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Chiesa

A LEZIONE DI DIVERSITÀ

RENATA BALLERIO - 12/07/2024

syllaCi sono storie di vita che non entrano nelle cronache dei giornali ma meritano di essere conosciute. Una storia da raccontare è quella di François Sylla, attuale arcivescovo di Conakry, la popolosa capitale della Guinea e chiamata una volta la Parigi africana.

Lui ha un particolare rapporto con la Valceresio. Pochi giorni fa ha espresso gratitudine verso questa comunità pastorale per la formazione spirituale qui avuta. Nel 1972 é nato nel villaggio di Siboty, quasi sconosciuto anche all’onnisciente Google. Nel 2007, dopo solo tre anni dalla sua ordinazione sacerdotale, fu affidato alla parrocchia di Induno Olona. Doveva imparare l’italiano, perché avrebbe frequentato teologia a Lugano. Ma sapeva che sarebbe tornato in Guinea. Imparò con rapidità anche il latino. Non fu intimorito dalle difficoltà linguistiche ma sorpreso da concetti e idee. Il tempus vernum della dolce primavera non era a lui noto. La Guinea, terra dei neri secondo un’etimologia berbera, è priva delle stagioni di mezzo.

Incontrare persone con culture diverse è sempre un antidoto alla nostra presunzione. In ogni caso un dono, come scoprire il percorso formativo – banalmente potremmo dire la carriera – di monsignor Sylla. Intervistato via email lo ha ben sintetizzato. «Il mio percorso dal 2007 è stato impegnativo ma ricco di esperienze formative e pastorali. Master in Diritto comparato delle Religioni presso la Facoltà di Teologia di Lugano; successivamente ho conseguito il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense di Roma. Al ritorno in Guinea, sono stato cancelliere dell’arcidiocesi di Conakry; vicario giudiziale e presidente del Tribunale metropolitano di Conakry, prefetto degli studi presso il Seminario maggiore Benedetto XVI di Kendoumayah, presidente dell’Unione del clero guineano, dal 2020 rettore del Seminario maggiore Benedetto XVI di Kendoumayah. Sabato 11 maggio 2024, il Santo Padre mi ha nominato Arcivescovo coadiutore con facoltà speciali di Conakry. In verità non mi aspettavo un incarico così importante, ma le vie del Signore sono impenetrabili. Ho iniziato il mio nuovo impegno subito dopo la mia ordinazione episcopale avvenuta l’8 giugno scorso e il mio motto episcopale è “Fiat voluntas tua” (Sia fatta la tua volontà)».

 Un curriculum formativo che gli permette di leggere la realtà guineiana: «Il vero problema in Guinea – afferma- è la lunga transizione politica dopo il colpo di stato dei militari dal 2021. Oltre a questo problema, c’è anche la povertà galoppante dovuta alla gestione delle risorse. Ogni settimana, sulle strade, si verificano incidenti gravi e mortali che coinvolgono pullman, autobus e minibus, con decine di morti e ingenti danni materiali. Questi incidenti sono generalmente dovuti alla velocità, alla scarsa manutenzione delle strade e dei veicoli e soprattutto alla negligenza dei conducenti. Allo stesso tempo, le nostre campagne sono colpite da incendi di sterpaglie che distruggono la copertura vegetale, la flora, la fauna e i nutrienti del suolo. A causa dei continui incendi e del taglio disordinato del legname, le nostre savane e le nostre foreste si sono trasformate in un deserto. Il Paese dà l’impressione di non essere governato con rigore. Ma nonostante tutto questo ci sono persone che si impegnano per una vita migliore. È possibile sperare che si organizzino al più presto nuove elezioni democratiche, in giustizia e verità, per il bene comune, perché tra cristiani e musulmani c’è una buona convivenza fondata sul rispetto reciproco. In Guinea alcuni mussulmani sposano donne cristiane e i cristiani sposano le donne mussulmane. Alcuni vescovi e preti in Guinea provengono da famiglie mussulmane e le nostre scuole sono frequentate all’80 per cento dai mussulmani che credono nei valori cristiani».

Roma e l’Italia sono, davvero, lontani e non solo per le 10 ore circa di viaggio.

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