Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

VERO, ANZI VEROSIMILE

FABIO GANDINI - 12/07/2024

previsione“Meteosvizzera si serve pure di allarmi farlocchi. Per la serata di ieri, ha infatti diramato un’allerta di grado 4 (corbezzoli!) per tutto il Cantone: in pratica, l’equivalente del diluvio universale. Invece sul Luganese si è visto uno stitico acquazzone, della durata di qualche minuto, attorno alle 17.30. Poi più niente. Avanti con le allerte dopate per sostenere la narrazione climatista!”.

Viene in mente quella vecchia storiella, resa pop da un riuscito spot di una nota bevanda energetica, che più o meno faceva così: «Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone…». Parafrasiamo, passando dalla savana vera a quella social: “…. Ogni mattina, su Facebook (o su X, su Instagram etc…), c’è chi si sveglia e sa che dovrà scrivere il suo pensierino sulla qualunque…”. Non importa se povero di cultura e di senso, se palesemente falso, se sgrammaticato, se non richiesto, se distruttivo, se incapace di distinguere la parte dal tutto…

“Meteosvizzera si serve di allarmi farlocchi…”. No, Meteo Svizzera aveva come sempre ragione da vendere: sul Ticino, nell’ultimo weekend di giugno, si è scatenata un’autentica tempesta, concentrata per la maggior parte sopra quel paradiso terrestre di boschi, prati e borghi pittoreschi che è la Vallemaggia. Salatissimo il conto lasciato dalle intemperie: 5 morti e 4 dispersi, oltre a ingenti disastri materiali e infrastrutturali. È bastata una notte furiosa di vento e acqua per cambiare fisionomia a un luogo, a un mondo e a una fiaba, diventata incubo.

Ecco, ora rileggete il virgolettato che apre l’articolo. Sono le parole di Lorenzo Quadri, politico ticinese di destra, scritte su Facebook prima che le drammatiche notizie dal locarnese iniziassero a invadere le cronache locali e nord italiane. Le parole contro i fatti: dentro restano la rabbia, la frustrazione e un grande senso di impotenza davanti a una deriva che sta diventando la didascalia peggiore della nostra epoca.

No, non bastano le scuse arrivate a frittata già cotta e non basta che il post sia stato poi rimosso per mettere sotto la sabbia il problema, per far finta di non accorgersene. E il problema non è Quadri e tutti i suoi incauti imitatori: è il pensiero irrimediabilmente sbagliato che li guida nelle loro considerazioni. E quella strana idea di libertà di espressione in voga in questo terzo millennio, secondo la quale anche le opinioni più sbagliate, aberranti e fuorvianti debbano avere lo stesso valore di quelle che non lo sono.

No: uno non vale uno davanti alla scienza. Una volta era il Covid, poi lo sono stati i vaccini, adesso tocca al clima. “Narrazione climatista”: per tante, troppe, persone i cambiamenti climatici certificati dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica sono una “narrazione”… In poche parole una storiella, confutabile da chicchessia con un post su Facebook, frutto di una leggerezza che deriva da una mancanza di informazione o dal travisamento dell’informazione stessa.

Questa leggerezza, messa in rete, è una pallina su un piano inclinato, per definizione inarrestabile: si propaga alla velocità della luce attraverso le condivisioni, viene presa in modo acritico dalle menti (e dalle pance) più suggestionabili e viene fatta propria, diventando una contro-cultura che confonde il giardino di casa propria per il mondo intero e si crede cultura per il solo fatto stesso di esistere, fomentata dalla politica di un colore ben preciso che soffia sopra il fuoco e lo fa diventare incendio, impossessandosene per i propri scopi di potere.

È forse questo l’aspetto più deleterio: in chi si occupa della res pubblica manca quel senso del limite che un tempo almeno la scienza riusciva a mettere. Nessuno osava contraddirla, a destra come a sinistra: in caso contrario veniva esposto a una generalizzata opposizione che lo isolava.

Oggi no, oggi tutto è lecito. E vero. Anzi verosimile, ma tanto è lo stesso.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login