Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è lo strumento attraverso il quale ogni cittadino può tracciare e consultare la propria storia sanitaria, condividendola (con il proprio consenso) con i professionisti sanitari.
Scopo di questa rivoluzione nei rapporti tra cittadino e SSN, è fondamentalmente quello di rendere il servizio più efficace, efficiente e rapido.
Le informazioni ed i dati presenti di ogni utente vengono forniti e gestiti dalle singole Regioni (o Provincie autonome).
Il fascicolo elettronico va alimentato da quante più informazioni e documenti relativi la salute del singolo, come ad esempio referti, lettere di dimissioni, vaccinazioni, verbali di pronto soccorso etc
A loro volta le Regioni rendono questi dati disponibili al cittadino che ha quindi la possibilità non solo di consultarli ma anche di condividerli con il proprio medico sempre prima autorizzandone l’accesso.
Per fare degli esempi delle tipologie di documenti attualmente disponibili nei fascicoli sanitari regionali ricordiamo lettere di dimissione ospedaliere, prescrizioni farmaceutiche, prescrizioni specialistiche, referti di laboratorio/radiologia/specialistica ambulatoriale/anatomia patologica, verbale pronto soccorso, certificato vaccinale etc etc
Dal punto di vista strategico quindi il FSE è uno straordinario mezzo a disposizione di ciascuno di noi per conservare tutti i dati sanitari ma anche per il SSN, sia per la parte amministrativa, che per quella sanitaria che può accedere alla sua consultazione nel rispetto ovviamente della privacy ed in sicurezza.
Fino alla fine del mese di giugno vi era anche la possibilità per quanto disposto dall’Autorità garante per la protezione dei dati personali di opporsi all’inserimento automatico nel fascicolo per i dati e referti generati prima del maggio 2020.
Il FSE è stato istituito dal Parlamento Italiano nel 2012 reso attivo nel 2015 ed era stato creato con tre obbiettivi dichiarati: primo dare possibilità all’assistito di avere a disposizione una propria banca dati sanitari alimentabile e consultabile in ogni occasione; secondo consentire al medico che prende in gestione il paziente di poter accedere in modo semplice e completo a tutti i dati sanitari che possono essere utili per la gestione della salute dell’assistito; terzo permettere al SSN di evitare di ripetere accertamenti od analisi inutili con un ovvio risparmio della spesa sanitaria in generale.
Durante l’epidemia di COVID-19 è stata necessaria una variazione del sistema al fine di facilitare l’implementazione del fascicolo e nello specifico è stata introdotto l’automatismo del carico dei dati.
Non si può poi negare la grande importanza che potrebbe avere l’utilizzo del fascicolo sanitario ai fini della ricerca e degli studi in campo scientifico, potendo offrire una vastità di dati ed informazioni utili in diversi ambiti statistici.
Trattandosi di una vera e propria rivoluzione, che richiede però l’attiva partecipazione del cittadino per ottenere risultati utili, ha in questo momento notevole importanza la comunicazione e diffusione del progetto.
I primi dati che erano stati raccolti dalla Regione Emilia Romagna (risalenti però al 2017) mettevano in evidenza come l’utilizzo del FSE fosse relativamente ancora poco diffuso (circa 20%).
Dati tutto sommato comprensibili tenendo conto sia del livello di conoscenza digitale media attualmente presente nel nostro Paese sia del fatto che la popolazione più ‘matura’, per altro quella per la quale l’utilizzo del fascicolo assume ancora maggiore importanza (più patologie, politerapie, maggior numero di accertamenti richiesti ad es), è proprio quella che può avere meno famigliarità nell’uso delle nuove tecnologie.
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