Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Sport

DA FIRENZE A NIZZA

CLAUDIO PIOVANELLI - 28/06/2024

pogacarL’edizione numero 111 del Tour de France che scatta sabato 29 giugno da Firenze passerà certamente alla storia per questa sua partenza dall’Italia. Non è certo la prima volta che la Grande Boucle comincia la sua avventura dall’estero, evento che si è verificato ben 26 volte (la prima, da Amsterdam, ben 70 anni fa, nel 1954), ma è la prima volta che ciò accade dal suolo italiano.

In Italia si disputeranno tre tappe: la prima, da Firenze a Rimini, lungo 206 km, la seconda da Cesenatico a Bologna (199,2 km con l’erta di San Luca) e la terza da Piacenza a Torino (230,8 km, la più lunga in assoluto); il giorno dopo si partirà da Pinerolo diretti a Valloire (139,6 km) con Sestriere e Galibier, le prime vere salite.

Come si vede, diverse città italiane si sono suddivise i pesantissimi oneri di ospitare le sedi di arrivo e di partenza ma diciamo che l’intento è nobile: la Toscana celebra il mito di Gino Bartali, che al Tour si impose per due volte a distanza di dieci anni (1938 e 1948), l’Emilia Romagna quello di Marco Pantani che a Parigi trionfò nel 1998 dopo avere conquistato quell’anno anche il Giro d’Italia. E poi, a proposito di miti, è giusto celebrare anche quello di Ottavio Bottecchia, che giusto cent’anni or sono fu il primo italiano a vincere il Tour de France, oltretutto indossando le insegne del primato dal primo all’ultimo giorno.

Molti gli arrivi in salita previsti anche quest’anno, né mancheranno le tradizionali e leggendarie ascese palcoscenico per le recite di tanti campioni.

Due le frazioni a cronometro, piuttosto simili a quelle del Giro d’Italia: la prima è in programma il 5 luglio (7a tappa) lungo 25,3 km, la seconda nella giornata conclusiva, il 21 luglio, con 33,5 km da percorrere tra Montecarlo e Nizza.

Già, Nizza: quest’anno il Tour de France ha scelto di non terminare la sua avventura a Parigi per non pesare sulla complessa macchina organizzativa delle Olimpiadi, che nella capitale francese si apriranno il prossimo 26 luglio per concludersi poi l’11 agosto.

Al via ci saranno praticamente tutti i più forti corridori del momento. E, a proposito di storia, Tadej Pogacar andrà alla ricerca di un posticino ancor più prestigioso di quello che già occupa in questo momento perché intende entrare a far parte del ristrettissimo club di supercampioni che hanno vinto Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno e che al momento annovera Fausto Coppi (1949 e 1952), Jacques Anquetil (1964), Eddy Merckx (1970, 1972 e 1974), Bernard Hinault (1982 e 1985), Miguel Indurain (1992 e 1993) e Marco Pantani (1998).

Pogacar ha vinto in carrozza la Corsa Rosa e dalla conclusione del Giro ha curato meticolosamente, senza mai gareggiare, la sua condizione per ricaricare le pile in vista del Tour.

A insidiare lo sloveno, che viene indicato come netto favorito, c’è il danese Jonas Vingegaard, vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle sempre davanti a Pogacar (7’29” il suo vantaggio nella scorsa edizione, 2’43” nel 2022). Sulle condizioni di Vingegaard pesa però una enorme incognita: lo scorso 4 aprile il danese è stato vittima di una gravissima caduta al Giro dei Paesi Baschi che lo ha costretto a un lungo periodo di inattività, tanto che da quella data non ha mai più gareggiato; e si sa quanto il ritmo della gara sia importante per raggiungere una condizione almeno accettabile; già nella prima settimana ci sono comunque delle salite che potrebbero chiarire il grado di competitività e dunque le reali possibilità di Vingegaard.

Terzo incomodo, ecco Primozs Roglic: lo sloveno va a caccia del suo primo Tour de France dopo avere conquistato Vuelta e Giro e magari pensa di poter approfittare della rivalità tra Pogacar e Vingegaard; a disposizione ha una bella squadra, la Red Bull-Bora Hansgrohe, e l’esperienza (34 anni) che lo può guidare. Nessun dubbio sulla sua condizione, che gli ha consentito di aggiudicarsi tre settimane fa il Giro del Delfinato.

Gli altri corridori in lizza sembrano un po’… a distanza. Il belga Remco Evenepoel, al debutto nella gara francese, deve dimostrare di essere competitivo sulle tre settimane perché la vittoria alla Vuelta del 2022 è rimasta un po’… un caso isolato.

Lo spagnolo Carlos Rodriguez vuole confermare i buonissimi piazzamenti del recente passato (quinto lo scorso anno), mentre lo statunitense Matteo Jorgenson potrebbe avere un ruolo importante se il compagno di squadra Vingegaard non si rivelasse in condizioni sufficientemente brillanti.

Ma in gara troviamo altri corridori di grandissimo valore: Adam e Simon Yeates, Egan Bernal, Alexander Vlasov, Juan Ayuso, Jai Hindley, Joao Almeida…

E gli italiani? Ci attendiamo molto da Giulio Ciccone, lo scorso anno in maglia a pois e ultimo italiano a vestire la maglia gialla (nel 2019), così come da Alberto Bettiol, fresco campione d’Italia; un duro lavoro attende Gianni Moscon, a fianco di Evenepoel alla Soudal-QuickStep, e Davide Formolo per Eric Mas alla Movistar, sperando in qualche spunto veloce da Luca Mozzato e da Davide Ballerini. È un po’ poco? Ci dobbiamo accontentare…

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login