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Storia

ERETICO NUMERO 1

PIETRO CARLETTI - 28/06/2024

calvinoL’eredità di Zwingli e del movimento di riforma delle città svizzere caratterizzato dalla compenetrazione tra potere civile e religioso fu raccolta da Giovanni Calvino (Jean Cauvin), riconosciuto ben presto dai suoi avversari cattolici come il più pericoloso degli eretici a causa del prestigio che si guadagnò con la predicazione e con i suoi scritti.

In contrasto con la sua vasta ed efficace opera riformatrice, e diversamente dal suo collega tedesco Lutero, sono giunte poche informazioni sugli aspetti più privati della sua vita, ma non è un fatto che deve stupire, visto che fu sempre attento a mettere in secondo piano la sua persona.

Nato a Noyon (1509), una cittadina della Francia settentrionale, Calvino era un uomo schivo e cagionevole di salute, ma instancabile nel lavoro e intransigente con sé stesso e con gli altri.

Cresciuto all’ombra della cattedrale della sua città, principale centro ecclesiastico della Francia settentrionale, si formò a Parigi in teologia, poi completò i suoi studi di legge a Orléans e a Bourges (1529), centri della nuova scienza giuridica umanistica, in cui gli studenti tedeschi di diritto costituirono presto comunità evangeliche, che avviarono la diffusione della Riforma luterana in Francia.

La sua conversione alle idee riformate fu probabilmente condizionata dal contesto nel quale si formò, e inizialmente la sua teologia condivise alcuni punti con la dottrina luterana (l’autorità esclusiva della Bibbia, la giustificazione per fede e la dottrina della predestinazione), come si legge nella Istituzione della religione cristiana, opera essenziale per comprendere la dottrina calvinista.

Tuttavia, le differenze che separano i due riformatori non sono trascurabili: Lutero predicatore nella sua città, Calvino predicatore e riformatore in terra straniera, forestiero e fuggiasco; l’uno monaco tedesco, più vicino ad una religiosità tardo-medievale, l’altro figlio di un notaio, formato nelle migliori università dell’epoca in un periodo di profonde trasformazioni culturali.

Le differenze non si fermano qui. Decisiva fu la diversa concezione del rapporto tra la Chiesa e lo Stato: se Lutero credeva in una «Chiesa invisibile», composta dall’insieme degli eletti di tutta l’umanità, Calvino riteneva essenziale la realizzazione di una «Chiesa visibile», animata dalla congregazione dei fedeli legati dalla comune pratica del culto e dalla appartenenza a una città.

È a Ginevra che il riformatore francese, chiamato da Guillaume Farel per collaborare alla costruzione della chiesa riformata, realizzò il suo progetto.

Sulla base delle ordinanze del 1541, quando Calvino si stabilì definitivamente nella città sul lago Lemano, riorganizzò la Chiesa ginevrina ripartendo i compiti tra i pastori, addetti al culto e alla predicazione, i dottori, che insegnavano, i diaconi, pronti ad assistere i bisognosi e gli anziani che vigilavano sulla disciplina.

L’organo di riferimento assoluto per queste cariche era il Concistoro, che esercitava la sua autorità anche nei confronti dei magistrati civili.

La vita dei cittadini di Ginevra cominciò ad essere regolata da una disciplina ferrea che imponeva pene severe contro ogni infrazione alla dottrina e alla morale, inoltre non erano consentite opposizioni, perché i dissidenti rischiavano di essere allontanati dalla città, anche con l’uso della forza.

La rigorosa applicazione della disciplina non suscitò entusiasmi tra la popolazione, ma tra i profughi religiosi provenienti dalla Francia, dall’Italia, dalla Spagna e dall’Inghilterra, la percezione dell’ordine civile e morale fu percepita in maniera diversa, anche se la loro adesione all’ortodossia venne sempre sorvegliata.

Tormentato da malattie sempre più gravi, Calvino morì il 2 luglio 1563 nella pace del suo letto, poco prima del suo cinquantacinquesimo compleanno.

Dopo la morte le sue idee ebbero ottima ricezione in Francia, ma l’abolizione dell’editto di Nantes (1685) decisa da Luigi XIV segnò una ripresa delle persecuzioni contro i protestanti, che comportò un esodo senza precedenti dei francesi e una crescente diffusione delle idee calviniste tra l’Inghilterra, i Paesi Bassi, la Germania e l’America settentrionale.

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