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Società

RICORDARE

FELICE MAGNANI - 21/06/2024

San Massimiliano Kolbe

San Massimiliano Kolbe

Padre Kolbe, morente nel campo di sterminio, affermava: «Solo l’amore costruisce. L’odio distrugge. L’odio non costruisce niente. Può solo disgregare. Può disorganizzare la vita sociale, può tutt’al più fare pressione sui deboli, senza però edificare nulla».

Ricordare è esercitare un dovere, lasciando ai sentimenti e agli affetti la possibilità di continuare oltre i limiti del tempo. Ci sono visi, sorrisi, parole, avvenimenti, frasi, atti, gesti, voci, affetti, simpatie, sguardi e immagini che ci portiamo dentro e che serbiamo con grande cura, anche quando ce ne dimentichiamo, perché sono parte fondamentale della nostra vita, di quella passata, di quella presente e di quella che verrà.

È difficile dimenticare l’affetto di una madre, l’esempio di un padre, l’amore di un fratello o quello di una sorella, la tenerezza di un amico o di un’amica, quello di un parente, l’amore di una moglie e quello di una figlia, i gesti e parole che hanno colorato e che continuano a colorare di benessere la nostra vita. Ci sono persone che hanno accompagnato il nostro cammino, qualche volta in silenzio, in alcuni casi animate dalla voglia di dare consigli, di dimostrare il loro modo di esserci, di vivere accanto a noi e insieme a noi alcuni tratti fondamentali della nostra storia, magari anche con molta difficoltà. Non sempre l’amore si traduce in atti concreti, spesso ha bisogno di crescere, maturare, sbagliare, redimersi, ritrovare dentro di sé e fuori di sé l’energia giusta per dimostrare che nonostante tutto è più forte del male, di quegli errori che entrano in alcuni casi con prepotenza nella dimensione umana, quella che viviamo nell’interlocuzione quotidiana, fatta spesso di giudizi, di critiche, di pregiudizi, di superficialità, di un eccesso di leggerezza, di odi e di rancori.

Ricordare è una disciplina interiore, un modo molto umano di mantenere vivo il filo diretto delle connessioni, quelle che ci permettono di rimanere vincolati alla nostra dimensione umana, in una misura più saggia, più razionale, più sapiente. Quando l’uomo ricorda, vive, si rigenera in quella parte affettiva che il tempo tenta di cancellare, lasciando spesso un’incompiuta, quella di non essere stati fino in fondo quello che avremmo voluto. Nel ricordo riusciamo a trovare quell’armonia che la frenesia umana tenta di isolare in spazi sempre più ristretti, abbiamo così tutto il tempo di valutare e di analizzare il senso di una vita meravigliosa, che spesso cade in un eccesso di materialismo, lasciandoci nell’illusione di aver fatto tutto il possibile per viverla al meglio.

Il ricordo restituisce quello che la vita spesso sottrae, consegna alla natura umana la possibilità di poter convivere con coloro che ci hanno accompagnato in un viaggio, ci aiuta a riformulare un giudizio frutto di un’analisi interiore profonda, animata dalla voglia di ricompattare quei patrimoni affettivi e sentimentali che abbiamo ricevuto in eredità. Ricordare è restituire l’anima alle persone che hanno accompagnato la nostra esistenza, rendendola più ricca di emozioni. Ritrovare l’angolo del ricordo è respirare di nuovo il senso delle cose, è stabilire un filo diretto con quella parte della natura umana che spesso viene trascurata per dare spazio all’immediatezza, a ciò che ci sembra temporaneamente più utile.

Ci sono modi diversi di ricordare, di rimettere in moto quel mondo delle emozioni che pensavamo di aver perduto per sempre, ma che non ci abbandonano mai, ridestandoci soprattutto quando ne abbiamo bisogno, quando l’armonia richiede con insistenza la sua parte. Ricordare significa non ripetere mai più gli errori del passato, rinnovare la propria fede nella natura umana, significa essere coscienti di tutto il male che è stato fatto per non cadere più nella dimenticanza, mantenendo sempre acceso il fuoco della vita e quello della speranza. Troppo spesso ci si dimentica del valore della vita, troppo spesso si vive tralasciando il sacro fuoco della coscienza, quello spazio che va sempre mantenuto vivo e attivo per rinnovare la bellezza dell’esistenza in tutte le sue forme. Mantenere viva la memoria significa ricordare anche tutti coloro che hanno subito l’efferatezza della violenza, ricordando ai giovani che non bisogna mai abbassare la guardia, perché la via della concordia, della pace e della rigenerazione sociale richiede una elevata attenzione morale e culturale. Il passato è un monito perseverante che ci aiuta a non dimenticare e a costruire con determinazione e tenacia la fede e la speranza in una condizione sociale che veda tutti gli esseri umani uniti in una grande corsa verso la creazione di un mondo dove non ci sia spazio per nessun tipo di violenza.

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