Potrà essere il turismo la seconda gamba dell’economia della provincia? Il cantiere è aperto, ma c’è molto lavoro ancora da fare. Cominciamo dai numeri, che dicono che la Lombardia corre, sulla spinta di Milano e dei grandi laghi – Garda e Como – mentre Varese cammina. A ratificarli è stata la scorsa settimana l’assessore regionale al turismo e al marketing territoriale, la mantovana Barbara Azzali, impegnata in un tour nelle province lombarde e a portare un messaggio: non c’è solo Milano. Nel 2023, che ha consacrato la ripresa avviata nel 2022 i “pernottamenti” nelle strutture ricettive in Italia sono aumentati del 9,5%, toccando i 451 milioni. In Lombardia sono saliti del 16,8%, a 45,5 milioni, stessi livelli di Lazio e Toscana, ciascuna pari al 10% del totale. A far meglio c’è solo il Trentino Alto-Adige, con 56 milioni, che da solo vale tanto quanto tutto il Sud messo insieme.
Dopo la scoppola della Pandemia, le presenze in Italia sono tornate poco sopra i valori del 2019 (+3,3%), con la Lombardia ha dato il gas: +12,4%. E Varese? Lo scorso anno la crescita sul 2022 è stata robusta: un +25,5% a 2,48 milioni di pernottamenti, ma rispetto al 2019 si è poco più che recuperato, con un +6,4%: la metà rispetto alla dinamica lombarda. Abbiamo aggiunto 150 mila pernottamenti rispetto al 2019, e mezzo milione rispetto al 2022. Per fare però un confronto con i primi della classe e “vicini di banco”, Como ha registrato 1 milione di pernottamenti più del periodo pre-Covid: +26%. Da una parte c’è un turismo “surriscaldato”, dove si discute se introdurre (ne ha parlato il sindaco Rapinese) un pedaggio stile Venezia per preservare il capoluogo lariano dal turismo da mezza giornata – da noi si discute come accendere davvero i motori. Non mancano le iniziative e anche i successi, ma occorre fare sistema.
Parlavamo dei buoni segnali. È di questi giorni la notizia che, dopo un paio d’anni di frequentati eventi internazionali nel canottaggio (un migliaio di atleti e staff alla Schiranna, oltre ad accompagnatori e spettatori), Varese col suo Lago si candida per ospitare i campionati mondiali della disciplina nel 2027, con un comitato presieduto dal sindaco Galimberti. L’Ice Arena si avvia a divenire con largo anticipo un richiamo in occasione delle Olimpiadi di Milano Cortina, per squadre che qui metteranno la loro base. Accordi sono già conclusi con il Giappone, collaborazioni si stanno rafforzando con la squadra sudcoreana e già si preannuncia un “Ferragosto sul ghiaccio” in Via Albani con le star nipponiche e l’ ambasciatrice varesina” Carolina Kostner, mentre nuove sorprese potrebbero arrivare.
“Sono elementi positivi non tanto per l’afflusso diretto che possono generare quanto per i riflettori internazionali che possono accendersi sul nostro territorio, richiamando attenzione turistica e, perché no? Anche imprenditoriale. Ora però occorre trasformare una serie di pur utili punti in una linea continua, insomma fare sistema”, dice Mauro Vitiello, il presidente della Camera di Commercio, che da tempo si fa propositore di un “tavolo comune con i diversi soggetti pubblici e privati sul territorio. La scommessa è quella dell’attrattività più generale di un territorio che ha risorse naturali, quattro siti patrimonio Unesco quando l’intera Toscana ne ha sette, e pure manca il gioiello di Santa Caterina del Sasso, 2 mila e 200 chilometri di sentieri ciclabili ed è baricentrico nei collegamenti internazionali”.
L’idea, contenuta nel programma della Camera di Commercio, è ambiziosa e ha un nome preciso: una “Fondazione”. Le discussioni riservate sono già in corso e, precisa Vitiello, insieme con la vicesindaca Ivana Perusin “con il Comune di Varese e la Provincia, confronto è già iniziato, per esempio attraverso la Varese Sport Commission”.
La percezione che sia come sempre un problema di soldi, è palpabile. Rispondendo a RMFonline.it, l’assessore Azzali inquadra il confronto con i primi della classe: “Il Trentino Alto-Adige, con le due province autonome di Trento e di Bolzano e con un milione di abitanti, ha una potenza di fuoco con cui non possiamo paragonarci: loro hanno un budget di 60 milioni di euro. La Lombardia, che ha dieci milioni di abitanti, ha un budget regionale di soli 6 milioni e mezzo (oltre alle risorse disponibili a livello provinciale ndr). Del resto, il Trentino Alto-Adige ha nel turismo la sua maggiore industria e ha un solo prodotto, pur di grande successo, che è la montagna. Noi abbiamo la montagna, i laghi, le città d’arte, una realtà molto complessa. Dobbiamo necessariamente selezionare i nostri interventi, e l’abbiamo fatto privilegiando la partecipazione a fiere internazionali e la comunicazione. La forte presenza internazionale, superiore al 60% delle presenze in Lombardia, con punte oltre l’80% ci dice che siamo sulla strada giusta.”
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