Ci sono due parole, tra le tante che hanno giustamente caratterizzato l’annuale assemblea di Confindustria Varese: apertura ed inclusione. Si è parlato infatti, come era doveroso, di innovazione, di competenze digitali, di investimenti, di politiche ambientali, di prospettive delle politiche europee, di produttività e di competitività.
Ma nella relazione del presidente Roberto Grassi è emersa con forza la dimensione della responsabilità degli imprenditori e delle imprese per un rapporto aperto e costruttivo con le realtà sociali che compongono il nostro territorio. Un rapporto che è l’espressione di una volontà di partecipazione per una crescita coerente con i valori di una sostenibilità che non è solo ambientale, ma che è insieme la costruzione di una rete che sostiene la qualità della vita e quindi un’attrattività particolarmente importante per motivare l’impegno delle giovani generazioni.
Nell’ambito del piano strategico Varese 2050 infatti – ha ricordato Grassi – vi è stato “un impegno concreto per Confindustria Varese che si è aperta alla collaborazione con il mondo culturale attraverso, ad esempio, il Patto per le Arti, sottoscritto insieme al Museo MA*GA di Gallarate e alla partecipazione alla Fondazione del Museo Volandia. Così come ci siamo maggiormente aperti al mondo del sociale impegnandoci sui temi: • del lavoro nelle carceri, insieme alla Casa Circondariale di Busto Arsizio; • della parità di genere, insieme a Provincia e Prefettura e con l’attività di certificazione delle imprese attraverso la nostra società Servizi Confindustria Varese; • dell’avviamento al lavoro dei disabili, insieme alle Fondazioni Piatti e Bellora e all’impresa sociale Pappaluga;• del contrasto al disagio giovanile, insieme al Ponte del Sorriso e all’associazione Karakorum”.
E i risultati si vedono. Per esempio nel 2024 la provincia di Varese ha guadagnato sei posizioni nell’indice del progresso sociale collocandosi al 22mo posto nella classifica delle 107 province italiane. “Non c’è sviluppo senza progresso sociale” ha sottolineato il presidente Grassi.
Inclusione e partecipazione quindi, ma insieme apertura convinta dell’associazione a tutte quelle iniziative a livello europeo, nazionale e territoriale (e sono tante) che possono sostenere una logica di innovazione operativa capace di avere ricadute a medio/lungo termine nel tessuto produttivo varesino.
La scelta di organizzare l’assemblea all’interno dello stabilimento Mv Agusta della Schiranna è stata una dimostrazione della volontà di mettere “l’impresa al centro”, un centro tuttavia non sospeso nel vuoto, ma in stretto collegamento, anche grazie alle iniziative dell’Università di Castellanza, con le dinamiche e le opportunità del territorio. Per esempio riscoprendo collaborazioni con realtà come il centro europeo di ricerche (JRC) di Ispra, “l’unico in Italia e il più grande d’Europa”.
È così che il presidente Grassi ha voluto chiudere con un invito: “Non è più il momento delle dichiarazioni di intenti altisonanti, ma di concretezza. Per questo, invito le imprese a tenere gli occhi spalancati sul mondo.”
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