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Cultura

GUERRA DECENTRATA

LIVIO GHIRINGHELLI - 14/06/2024

Orfani armeni deportati dalla Turchia, intorno al 1920. Everett Collection / Shutterstock

Orfani armeni deportati dalla Turchia, intorno al 1920. Everett Collection / Shutterstock

La Prima Guerra Mondiale non finì, come i manuali si ostinano a ripetere, l’11 novembre 1918 con l’armistizio sul fronte occidentale, e neppure il 28 giugno 1919 con la firma del Trattato di Parigi.

Nell’ultimo anno il conflitto mondiale si era frammentato in una serie di guerre decentrate, che tra il 1919 e il 1923 avrebbero provocato una devastazione non minore di quella del decennio precedente, aggravata dalla sanguinosa guerra greco-turca. Più che di ritorno alla vita civile, meglio sarebbe parlare di un passaggio dalla guerra diretta da comandi centralizzati contro eserciti nemici a conflitti con o senza centri di comando formali, in cui il bersaglio primario è costituito da civili.

Una tappa fondamentale di questa storia sarebbe stata già a partire dal 1915 l’uccisione di massa, lo sterminio della popolazione armena ad opera dell’impero ottomano, ben illustrato da Marco Impagliazzo in “Il martirio degli Armeni, un genocidio dimenticato”. A dispetto dell’instancabile attivismo di Boghos Nubar, loro rappresentante alla conferenza di Losanna del 24 luglio 1923, gli armeni videro svanire il loro sogno di autodeterminazione nazionale: la ragione principale fu che si fossero ridotti a una nazione di rifugiati, dopo la presa di potere dei bolscevichi nell’Armenia russa (dicembre 1920) e l’abbandono degli occidentali.

Alla conferenza di Losanna i delegati accettarono di pagare come prezzo di una possibile pace la deportazione forzata di oltre un milione e mezzo di civili, ostaggi scambiati nell’interesse della pace. Una tradizione secolare voleva invece che nel siglare trattati di pace al termine delle ostilità ci fosse lo cambio dei prigionieri di guerra, non di civili sradicati dalle loro abitazioni, in Grecia come in Turchia, identificati per l’appartenenza religiosa, non per le idee politiche, l’identità linguistica e culturale.

Precedente tossico per la discesa agli inferi. Nel 1924 il benefico effetto del vertice di Losanna non fece registrare alcuna guerra su vasta scala sul continente, scontri invece solo in Cecenia, Hegiaz, Iran, Afghanistan, Honduras. Paradosso: nel 1924 non fu assegnato il Nobel per la pace. L’alto commissario della Società delle Nazioni per i rifugiati, Fridtiaf Nansen, elaborò con cura la proposta di uno scambio tra Greci e Turchi “di popolazioni minoritarie”, assicurando una reale pacificazione nell’intera area geografica solo se si fosse riusciti a non mescolare i popoli del vicino Oriente.

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