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Storia

L’ALTRA RIFORMA

PIETRO CARLETTI - 14/06/2024

zwingliIn parallelo alla riforma di Lutero si affermò a Zurigo per impulso di Huldrych Zwingli (1484-1531) un’iniziativa riformatrice destinata a diffondersi nell’area della Svizzera tedesca, che assunse caratteri differenti rispetto a quella luterana a causa della formazione del predicatore svizzero e al diverso clima politico dei liberi cantoni della Confederazione elvetica, autonomi de facto dall’Impero dal 1499.

Nato a Wildhaus da famiglia agiata, Zwingli si formò nelle scuole preparatorie umanistiche di Basilea e Berna, poi presso l’Università di Vienna, da poco riformata in senso umanistico. Attratto dagli studi di teologia subì il fascino del professor Wyttenbach, alla cui scuola imparò la centralità della Sacra Scrittura, primo riferimento della sua riforma.

Dal 1506 fu parroco di Glarus, dove si dedicò alla predicazione e alla morale dei fedeli, ma senza dar segno di ambizioni riformatrici, visto che partecipò due volte alle guerre d’Italia come predicatore al servizio del papa, dal quale percepiva una rendita annuale di dodici fiorini.

’anno di svolta fu il 1515, che riservò al giovane ecclesiastico la sorpresa dell’incontro con Erasmo da Rotterdam e il trasferimento presso il santuario di Einsiedeln, dove cominciò a predicare sulla esclusiva base della Scrittura: a questi anni Zwingli farà risalire gli inizi delle sue idee di riforma e di posizione critica nei confronti della tradizione cattolica e dell’istituto papale.

Da Einsiedeln venne chiamato a Zurigo nel 1518 per ricoprire l’incarico di cappellano della cattedrale, dove inaugurò la sua predicazione commentando il Vangelo con un approccio fedele al testo, convinto che solo una conoscenza diretta della Bibbia potesse riformare le vite individuali, la chiesa e la società.

Il predicatore svizzero cominciò a raccogliere consensi e critiche, e nel 1520, mentre Lutero diede alle fiamme la bolla di scomunica papale insieme al codice di Diritto canonico, rifiutò la rendita che il pontefice gli aveva garantito: i suoi rapporti con Roma si incrinarono irrimediabilmente.

Il modo di predicare di Zwingli tramite dispute convocate dalle autorità cittadine, garanti delle decisioni liberate, rafforzò il carattere politico della sua riforma e portò ad un progressivo allontanamento dalla fede cattolica.

Tra il 1523 e il 1525 il predicatore svizzero riuscì a persuadere il Consiglio cittadino su alcuni temi, fra i quali: l’abolizione della liturgia cattolica, la soppressione dei conventi e un ferreo controllo della moralità dei cittadini.

Alcuni cambiamenti proposti da Zwingli segnarono una differenza sostanziale anche tra la Chiesa Riformata e la Chiesa Luterana, in particolare intorno alla questione della presenza di Cristo nella Cena, rito che sostituiva la celebrazione eucaristica cattolica: Zwingli riteneva che fosse una presenza esclusivamente spirituale, Lutero, invece, reale.

Nel tentativo di trovare un accordo fra le due posizioni Filippo d’Assia organizzò un colloquio a Marburgo (1529), con lo scopo di creare un fronte coeso di protestanti contro Carlo V, ma l’incontro non portò a nulla di buono.

Le posizioni del riformatore svizzero, insieme alla diffusione delle sue idee da Zurigo a Basilea, da Berna a Sciaffusa, suscitarono la reazione dei cantoni cattolici, che nel 1531 mossero verso Zurigo: i protestanti furono sconfitti a Kappel, e Zwingli morì in battaglia.ù

A differenza di Lutero, il suo corpo venne arso e le ceneri disperse, affinché non fossero onorate. Gli sviluppi del protestantesimo riformato non si arrestarono con la sua morte, perché l’eredità di Zwingli fu raccolta prima da Heinrich Bullinger e poi da Giovanni Calvino, che con determinazione e intransigenza diede più ampia diffusione alla riforma in Svizzera, sviluppando la sua tipica compenetrazione tra potere religioso e civile.

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