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Libri

LA MIA CARA JOLE

FRANCESCO BORRI - 14/06/2024

Dino Azzalin con la mamma Jole

Dino Azzalin con la mamma Jole

Acqua e Zucchero (Edizioni Nem) è la testimonianza dell’ amore di un figlio verso i propri genitori, ma non è un romanzo storico o il racconto esclusivo di una saga familiare, bensì la rievocazione di vicende in cui potrebbero riconoscersi tanti italiani che hanno lasciato la loro terra d’origine per stabilirsi in un’altra regione della penisola che sembrava garantire opportunità di crescita economica e sociale. Il medico prestato alla scrittura ricorda la sua infanzia tra le corse sugli argini del Bacchiglione e i fiumiciattoli di irrigazione della campagna veneta, la meraviglia delle scoperte (acqua) e lo zuccherificio che ha cambiato per sempre la fisionomia, la vita e la storia del Paese (zucchero).

Attraverso vicissitudini che lo hanno coinvolto di persona, Dino Azzalin, che è stato recentemente insignito della cittadinanza onoraria di Pontelongo (Padova), narra come la sua famiglia ha affrontato il “tempo dell’esodo”, quando agli inizi degli anni Sessanta, al pari di molti altri contadini spinti dall’indigenza dovuta alle difficoltà del dopoguerra, lasciò il paesino della campagna veneta per intraprendere un lungo (allora) viaggio verso la “Terra Promessa”, una provincia della generosa Lombardia.

Protagonista imprescindibile è la Jole, madre dell’autore, vera anima della famiglia, modello iconico del ruolo femminile nella società contadina del tempo: si occupa dell’educazione dei figli e del lavoro domestico; provvede alla cura degli animali e all’impegno nei campi. Giunta con la famiglia a Varese, contando sulla complicità del “Toni”, marito e padre dei suoi figli, si prenderà carico di gestire il nuovo assetto organizzativo e sarà la fautrice della rinascita famigliare nel contesto varesino. Il pensiero corre subito alle dinamiche dell’immigrazione ai giorni nostri che sovente sono le medesime di allora, come analoghi sono le incertezze, i timori, il coraggio e la speranza. In modo simile agli odierni migranti che giungono, però, sui cosiddetti barconi della morte, gli esuli di cui si parla arrivarono senza essere attesi in una terra dall’accento diverso, scandito da un altro dialetto.

Nella cronaca dei fatti non mancano riferimenti a episodi terribili come quelli della guerra, per l’alto tributo di sangue e orrori pagato dalla famiglia, alternati ad altri indimenticabili vissuti con gli occhi del bambino, tra incantesimi, stupori e paure. Il resoconto, dunque, di una realtà a volte molto amara ma maestra nell’arte di una dignitosa sopravvivenza. Un florilegio di immagini sul mondo ormai scomparso del Veneto contadino e un affresco di gioia per la promessa mantenuta.

Del libro, che sarà presentato a Varese sabato 22 giugno al Salone Estense alle 18 (interventi di Serena Contini e Claudio Del Frate, letture di Bianca Ponzio e Giorgio Cribiù, armonica cromatica di Franco Donaggio), ha parlato don Dante Carraro, direttore Cuamm Medici con l’Africa di Padova, (tg3 Veneto 11.05.2024).

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