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Economia

IL TERMOMETRO DI CONFINDUSTRIA

SANDRO FRIGERIO - 14/06/2024

Roberto Grassi_Presidente di Confindustria Varese

Roberto Grassi_Presidente di Confindustria Varese

L’appuntamento per gli industriali varesini è lunedì 17 negli spazi di MV Agusta alla Schiranna, in pieno processo di ristrutturazione, e non sarà un’assemblea di routine. In primo luogo perché avviene all’indomani di elezioni terremoto ed è sicuro che di Europa si parlerà. In secondo luogo, sarà la prima volta varesina e regionale per il nuovo numero uno di Confindustria, l’emiliano Emanuele Orsini, che succede, non senza polemiche, al lombardo Carlo Bonomi. Sarà poi anche l’apertura dell’ultimo anno della presidenza varesina di Roberto Grassi, prorogata fino a giugno 2025 con la rielezione dello scorso anno per tener conto del Covid e di importanti progetti in corso.

La nomina di Orsini non é stata indolore. Sostenuto da parte del Nord Est e della Lombardia (Varese, ma non la milanese Assolombarda), oltre che dall’Emilia, l’industriale di Sassuolo ha “debellato” gli altri tre concorrenti, Marenghi, Gozzi e infine Edoardo Garrone. Le cronache hanno riferito di querele presentate o minacciate nonché diatribe varie. Ritrovare l’unità dell’associazione dopo una gestione Bonomi criticata per scarsa rappresentatività e una di Orsini maturata in modo non indolore è stato uno degli obiettivi subito annunciati dal nuovo presidente. Bonomi e Orsini esprimono due sensibilità diverse. Il primo è il manager divenuto imprenditore 25 anni fa nel mondo delle tecnologie biomedicali avanzate; il secondo è a capo dell’industria di famiglia nata nel 1978 nel campo dell’edilizia in legno, oggi una galassia di una decina di aziende cui ha aggiunto la Tino Prosciutti e Maranello Residence, l’unica struttura ricettiva al mondo a tema Ferrari.
Così, se il predecessore, interprete di una visione hi-tech e fortemente volta alla ricerca, esordì nel suo incarico confindustriale con una dura contrapposizione con i sindacati e con la Cgil di Maurizio Landini – poi stemperata in epoca Draghi -, il più “tradizionalista” Orsini ha già individuato il suo primo “nemico” nel Green Deal Europeo. “Non possiamo permetterci lo stop al motore endotermico al 2035”, ha subito dichiarato, esprimendosi anche a favore del nucleare e per il taglio del “cuneo” fiscal-contributivo. Temi che risuoneranno nel “tempo delle due ruote” alla Schiranna, sede produttiva del marchio ultra-confermata dal nuovo azionista di riferimento Pierer – KTM. Una location scelta, spiegano in Confindustria Varese, scelta anche per rafforzare il messaggio di una Varese luogo di “wellness”, quindi di benessere, sport, turismo, tra gli obiettivi del Piano 2050.

C’è però un’altra parte, più locale. L’ultima indagine congiunturale di Confindustria Varese segnala per il 36,4% delle aziende un calo di produzione contro un aumento per il 29,7% e un saldo del -6,8, che diviene del -17,3% per il trimestre aprile-giugno. Gli ordini sono in calo per il 49% delle imprese, in aumento per il 19,8% con un saldo del -29,2%. Un anno fa le cose andavano meglio. il saldo della produzione del trimestre era attivo per il 14,5%, con attese per il secondo trimestre al +34,5%, anche se già si registravano ordini in calo per il 43,7% e in aumento del 37,9% e dunque saldo negativo per il 5,8%. In significativo aumento è anche la Cassa Integrazione Ordinaria rispetto all’anno (+37,9%) e al trimestre precedente (+14,2%). La flessione tocca soprattutto metalmeccanico e moda mentre i “più” continuano per Chimico Farmaceutico e per Gomma-Materie plastiche.

Sono valutazioni in cui si innestano tradizionali “criticità” dell’industria varesina, che a parte alcuni settori con grandi nomi (Leonardo in primis), sconta anche il fatto di essere meno orientata alla domanda finale, di essere molto “terzista. Si guarda con timore alla domanda estera, alle difficoltà della Germania, tradizionale mercato di sbocco, e c’è anche il problema di un’industria frazionata, con dimensioni inferiori alla media regionale, meno portata a investire e innovare.

Resta il nodo della sempre maggiore debolezza del Nord della Provincia che si riflette indirettamente nell’ormai avviato progetto di Confindustria di trasferire a di Castellanza la propria sede oggi varesina, accanto al futuro centro per l’innovazione Mill”, a sua volta collegato alla Liuc, l’università di casa. Tutto questo, mentre si guarda a uno sblocco, almeno parziale, della possibilità di sviluppo dell’area Cargo a Malpensa, fortissimamente voluto da Confindustria e non solo. Insomma, l’economia varesina crescerà, ma in una direzione: l’asse Alto Milanese – Busto-Malpensa.

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