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Attualità

CONCORDE SPOSTATI

FLAVIO VANETTI - 07/06/2024

L’aereo Sky Magnetar

L’aereo Sky Magnetar

Voglia di Concorde. Anzi no, di qualcosa di più, per quanto si continui a battere la strada che porterà sicuramente a una nuova generazione di aerei supersonici per uso civile (tra questi c’è il programma Boom Supersonic, che procede in modo piuttosto spedito), sequel evoluto dell’aereo franco-inglese tolto dal servizio 20 anni fa.

Ma quello che è stato partorito dalla fervida mente del designer spagnolo Oscar Vinals è qualcosa che va addirittura oltre: un velivolo propulso a idrogeno, in grado di essere tre volte più veloce del già citato Concorde. Dunque potrebbe arrivare fino a Mach 6, con il classico riferimento usato per dare l’idea della rapidità del “volatile”: il tempo di percorrenza della tratta Londra-New York. Il supersonico con il becco (ndr: la parte frontale del Concorde si abbassava in decollo e in atterraggio, per poi raddrizzarsi per avere la migliore configurazione aerodinamica) impiegava 3 ore e 20 minuti per completarla, a Sky Magnetar – questo il nome dato al concept allo studio – sarebbero invece sufficienti 90 minuti. Se con il Concorde potevi partire da Londra (o da New York) alla mattina, fare quello che dovevi fare nella città d’arrivo e rientrare per l’ora di cena, nel caso di Sky Magnetar, che volerebbe a 6800 km orari, la dimensione temporale assume quella di una partita di calcio: decolli, cominci a vederla e atterri quando sta finendo (minuti di recupero, o tempi supplementari, a parte).

Il concept dell’ipersonico a idrogeno assomiglia a un enorme missile o un aereo perfetto per qualche saga di fantascienza, pronto a sfrecciare verso le stelle. Linea affusolata, due semiali simil-delta con le estremità piegate verso il basso, una configurazione “canard” davanti ad esse con una forma a freccia: questo il look partorito dal designer iberico. Le tecnologie d’avanguardia e le soluzioni ingegneristiche permetterebbero il salto di qualità nelle prestazioni. La chiave di tutto, infatti, sta in un innovativo sistema di propulsione che combina un motore a reazione “bladeless” (senza lame: proprio come gli utensili della Dyson) con sei turbine e un propulsore a razzo. Il primo serve in regime subsonico, il secondo quando si supera il muro del suono.

Un aereo che muta le sue caratteristiche, dunque: prima jet e poi razzo. Questo transformer avrebbe un vantaggio decisivo dalla sua: usando l’idrogeno come carburante – quindi non è solo per le auto che si progetta il suo impiego – non produrrebbe emissioni inquinanti. Però, attenzione: come nel caso dei veicoli, anche in questo maneggiare l’idrogeno non è semplice. L’ha dimostrato il Boeing X-43, aereo sperimentale (ora sospeso) destinato a sviluppare la tecnologia dei motori scramjet: nella versione “A” il propulsore era a idrogeno, ma nelle successive varianti si sarebbe passati a carburanti a base di idrocarburi, vista la difficoltà nel produrre, nell’immagazzinare e nel trasportare l’idrogeno.

Pertanto occorre bilanciare i sogni con la realtà, calcolando anche gli effetti collaterali di un volo così veloce: uno di questi è il calore enorme prodotto dall’attrito del velivolo con l’aria. Sky Magnetar rischierebbe di diventare un forno, per cui, per evitare il rischio di vedere i passeggeri arrostiti, sarà inevitabile introdurre un sistema di raffreddamento attivo mediante tubazioni a circuito chiuso e ricorrere a materiali speciali in composito per creare scudi termici. Qualcosa di simile, per farla breve, a una capsula spaziale.

Le ultime curiosità riguardano la visione verso l’esterno e la conduzione del velivolo. Sky Magnetar non potrà avere i classici finestrini di un aereo normale, ma disporrà di piccoli oblò collocati sulla parte superiore della fusoliera: i passeggeri per guardare fuori utilizzeranno finestre virtuali che proietteranno una vista in tempo reale dell’esterno. Quanto al pilotaggio, l’idea – ma guarda un po’… – è di ricorrere all’Intelligenza Artificiale. I piloti umani ci sarebbero sempre, ma sarebbero dei controllori dell’IA, pronti a intervenire nel caso combini cavolate. E questo, comunque, nella speranza che il cervellone artificiale non si ribelli come l’HAL di “2001 Odissea nello Spazio”.

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