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Chiesa

APOSTOLO DFELLA CARITÀ

FELICE MAGNANI - 07/06/2024

Monsignor Pigionatti con il cardinal Colombo e monsignor Maggioni

Monsignor Pigionatti con il cardinal Colombo e monsignor Maggioni

Monsignor Tarcisio Pigionatti era un sacerdote eccezionale, che sapeva animare le creature inaridite dallo smog dell’indifferenza, della povertà e della solitudine. Le sue porte erano aperte a tutti.

Mi era simpatico e lo stimavo moltissimo, per quel suo modo tutto particolare di vivere la dimensione cristiana. Il nostro è stato un idillio spirituale, sorretto da una somma di idealità condivise: fede, patria, famiglia, ordini militari, una sorta di riservato distacco dalle cose materiali. È stato il sacerdote che mi ha sposato in san Pietro a Gemonio. A volte ci scambiavamo punti di vista, gioie e speranze. Un giorno uscì con una frase che mi colse di sorpresa. La proferì proprio dinnanzi ai suoi due massimi collaboratori: «Magnani potrebbe diventare il nuovo vicerettore del Convitto de Filippi di Varese».

Mi accordava la sua stima e lo faceva davanti allo stato maggiore. Quella sparata improvvisa mi colpì come un fulmine a ciel sereno e mi iniettò una dose di gioia infinita. In pochissimo tempo ero riuscito a conquistare la sua fiducia. Ma il mondo non è sempre così come lo abbiamo immaginato. In quel caso la fiducia che lui riponeva in me non trovò risposta in altri. Una domenica di maggio, poco prima di morire, monsignore entrò nel mio dormiveglia per risvegliarmi e mi invitò all’ospedale, per l’ultimo saluto. Entrai nella cameretta, era solo con il suo respiro affannoso. «Buongiorno generale, coraggio!». Strabuzzò gli occhi, per cercare la mia voce, alzò tremolante la mano sinistra, per contraccambiare con il saluto militare. La mano destra impugnava il Rosario.

Lo osservai a lungo. Lui, il grande sacerdote che sapeva scuotere i palazzi del potere, mi aveva chiamato per comunicarmi la sua amicizia. Oltre il perbenismo e l’ipocrisia, c’era qualcuno che mi riconciliava con i grandi valori della vita. È anche grazie a questi apostoli della carità che la fede continua il suo cammino, superando le incomprensioni e le miserie del mondo. È stato bello averlo servito, essergli stato vicino, aver risposto alle sue chiamate con spirito di servizio, ricevendo in cambio parole evangeliche di grande umanità.

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