Religioni arabe: con tale definizione si comprendono le religioni praticate in Arabia (arabo Jazira el-Arab, isola dei nomadi) in epoca preislamica, che appartengono al ceppo delle religioni semitiche: quando gli abitanti dell’Arabia settentrionale e centrale vivevano ancora in regime di nomadismo, nella parte meridionale della penisola in epoca assai remota sorsero vere e proprie entità statali (il regno di Saba documenta la sua esistenza già dal X secolo a.C.). Inizialmente si trattava di teocrazie, trasformate in veri e propri regni dalla metà del V secolo a.C.). Celebre il personaggio della regina di Saba, in viaggio a Gerusalemme per verificare la sapienza di Salomone; in seguito tra il quarto e il sesto secolo d.C. i sovrani abissini e sassanidi si contesero il controllo dei territori sino al protettorato dei Persiani. Con Maometto, grazie alla sua opera religiosa e politica si ebbe l’unificazione di tutta la penisola.
Tra le divinità antiche vanno ricordate Athtar, divinità lunare dispensatrice dell’acqua piovana, conosciuta sotto diversi nomi secondo i luoghi in cui era venerata, chiamata Almaqah, Sin, Amm, Wadd. Altri dei venerati Samas (sole) ed El. Tra le popolazioni nomadi erano venerati Hobal o Hubal, il dio principale del santuario meccano della Kaba e prima di Maometto Allah, il dio supremo. Nei versetti “satanici” del Corano comparivano tre dee, al-Uzza (la potente, paragonabile a Venere), Manat, dea del destino e al-Lat. I ginn, spiriti intercessori presso Allah, considerati alla stregua di spiriti della natura, per metà umani e per metà divini, popolavano le zone del deserto e della steppa.
In primavera e in autunno si svolgevano i pellegrinaggi alle città sante degli dei. Durante questi periodi sacri venivano sospese tutte le faide le ostilità e le guerre, in concomitanza con le astinenze e le purificazioni dei pellegrini. Nei banchetti sacrificali era consumata la carne degli animali immolati agli dei. Lo hagg (pellegrinaggio) preislamico era dunque una solennità processionale. Sempre nel settentrione si solevano onorare meteoriti e pietre lavorate colorate col sangue di animali sacrificati. Famose la “pietra nera” custodita nella Kaba della Mecca e la “pietra bianca”. In seguito ogni stirpe si ricavò un luogo del santuario meccano per venerare le proprie divinità.
Maometto, conquistata la Mecca, per ispirazione diretta di Allah allontanò queste immagini distruggendole. In occasione di guerre venivano offerti sugli altari dei sacrifici pecore, capre e tori. In cima ai santuari sedevano kahin e la kahinna, veggenti che formulavano oracoli.
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