Si ammaina la bandiera biancorossa ma con tutti gli onori che un campionato, a dir poco, splendido le ha consentito di meritarsi. Si ammaina in un finale triste quando già i meriti conquistati avevano favorito sorgere di speranze forse azzardate ma che quegli stessi meriti avevano pur legittimato quasi a far dimenticare lo spessore di un obbiettivo raggiunto che si pensava dovesse già costituire sufficiente appagamento della passione dei tifosi.
Passioni e speranze che nulla debbono, però, sottrarre alla grandezza di un campionato eccellente e che d’altro canto acuiscono i rimpianti sull’esito finale, perché se v’è una cosa certa esiste, proprio ad accrescere l’amaro in bocca, viene dalla considerazione che delle due pretendenti finali a soccombere sia stata quella decisamente migliore nell’arco di un intero campionato. E allora non resta che ricorrere alla solita frase fatta “Il calcio è anche questo”, rammentando che i meriti rimangono pronti a creare altri reflui di vento perché il vessillo biancorosso continui a sventolare alto e gagliardo.
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S’era detto della presenza di Cassano e Balotelli in nazionale. È bene precisare che nessuno dei due ha fatto prodigi.
L’Antonio, peraltro, la sua parte – pur senza acuti soprattutto in quella fase conclusiva in cui era più atteso – l’ha recitata. L’altro si è messo in mostra più in situazioni negative che nel resto. Negative non tanto nell’occasione della rete fallita quanto alla recidiva nell’esibirsi nelle sue ben note esuberanze caratteriali, sgradevoli, sgradite e fin troppo tollerate dall’arbitro.
Va detto, in ogni caso, che sotto il profilo tecnico l’inattesa tattica imposta da Prandelli alla squadra non poteva giovare a nessuno dei due. Una tattica, sia ben chiaro, indovinatissima che ha permesso agli azzurri di ben figurare contro una Spagna più che mai degna del suo primato nel mondo.
Ottima, dunque, l’idea del ct (decisamente ispiratosi a Mourinho) di far giocare – contro una Nazionale imbottita di presenze barcelloniane – esattamente come si deve giocare contro i blu-granata e cioè con assoluto controllo nella propria metà campo e lanci lunghi verso la porta avversaria. Un Prandelli inatteso ma, decisamente, a bersaglio.
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