In settimana si è parlato molto di Paolo Vanoli. L’allenatore del Venezia, neopromosso dalla serie B dopo il vittorioso playoff con la Cremonese, andrà ad aggiungere un piccolo spicchio di varesinità al prossimo campionato di serie A.
Nato a Varese, 52 anni da compiere il prossimo 12 agosto, Vanoli vanta una brillantissima carriera di calciatore, cominciata proprio nelle compagini giovanili biancorosse in maniera quanto meno fortuita. Paolo infatti gioca nella formazione Esordienti del Bizzarone, paese del Comasco nei pressi del confine con la Svizzera, guidata da Mario Belluzzo, che proprio con quella squadra avvia la sua carriera di allenatore. Bocciato dalle giovanili del Como perché giudicato troppo piccolo per il ruolo di difensore che ricopre (salvo poi crescere sino a 186 centimetri…), Vanoli segue Belluzzo dapprima al Bosto e poi al Varese, dove tuttavia non riscuote l’apprezzamento che meriterebbe; così, e siamo nel 1991, approda al Bellinzago, in serie D, per poi passare al Corsico grazie all’occhio vigile di Stefano Capozucca, che a fine stagione (è il 1993) lo gira al Venezia, in serie B, dove ci sono Riccardo Sogliano, Peo Maroso e Gian Piero Ventura. Due anni al Venezia, poi il trasferimento al Verona, dove “assaggia” per la prima volta la serie A, replicata poi con le maglie di Parma (con la vittoria in Coppa Uefa, Supercoppa e Coppa Italia 1999), Fiorentina (Coppa Italia 2001) e Bologna, prima dell’esperienza scozzese ai Glasgow Rangers, durata un anno e mezzo, e del ritorno in Italia al Vicenza, in pratica il capolinea di una bellissima carriera. Non manca la soddisfazione di indossare la maglia azzurra: nel 1999 Vanoli disputa due amichevoli con la Nazionale realizzando anche un gol.
Da allenatore, Paolo Vanoli comincia… dal basso, dalla serie D, con il Domegliara, località in provincia di Verona. Nel 2010, grazie a Daniele Zoratto, compagno di squadra ai tempi del Parma, entra nel giro delle Nazionali giovanili azzurre e, con diversi gradi di responsabilità, vi resta sino al 2017, quando segue Antonio Conte dapprima al Chelsea e poi nei due anni all’Inter, con la conquista dello scudetto del 2021.
Conclusa la sua avventura con i colori nerazzurri, Vanoli rinuncia a seguire Conte al Tottenham e decide di accettare l’offerta dello Spartak Mosca per quella che, di fatto, rappresenta la sua prima esperienza di capo allenatore a livello professionistico; conquista la Coppa di Russia (nello stesso stadio di Mosca dove 23 anni prima aveva alzato la Coppa Uefa con il Parma di Malesani) ma poi il conflitto scatenato da Putin in Ucrania lo induce a rinunciare all’incarico e a fare ritorno in Italia, dove si accasa al Venezia (è il 7 novembre 2022). La situazione della squadra non è certo delle migliori, visto che Javorcic (ex Pro Patria) e Soncin, suoi predecessori sulla panchina lagunare, hanno messo insieme solo 9 punti in 12 partite e il Venezia è penultimo in classifica; ma la cura di Paolo Vanoli ha effetto (40 punti nelle restanti 26 partite) e i neroverdearancio approdano addirittura ai playoff, dove però si infrangono contro il Cagliari, poi promosso in serie A.
Nella stagione appena conclusa il Venezia si presenta con rinnovate ambizioni ma nulla può contro Parma e Como, che ottengono la promozione diretta in serie A, relegando i lagunari in terza posizione. Nei playoff, tuttavia, la squadra di Vanoli piega dapprima il Palermo (1-0 all’andata in Sicilia e 2-1 al ritorno in casa) e poi la Cremonese (0-0 nella sfida di andata a Cremona e 1-0 nella partita di ritorno in Laguna).
I due anni trascorsi al Venezia hanno proiettato Paolo Vanoli in una dimensione che neppure il diretto interessato avrebbe probabilmente immaginato non molto tempo fa. Il Venezia, che lo aveva lanciato nel calcio professionistico da giocatore e che lo ha consacrato poi allenatore di rango, pare però essere già un ricordo, perché Vanoli dovrebbe approdare alla panchina del Torino. Praticamente una doppia promozione in questo per lui magico 2024.
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