Il 24 Giugno alle ore 16 e 30 mancheranno sei mesi esatti all’inizio del Giubileo 2025 “Pellegrini di speranza”, ma Roma, capitale della cristianità, rischia di presentarsi all’ appuntamento in affanno.
Nel corso dell’ultima cabina di regia convocata a Palazzo Chigi dal sottosegretario Alfredo Mantovano, il sindaco di Roma e commissario all’evento, Roberto Gualtieri, ha dovuto mettere in colonna i numeri dei ritardi. I cantieri sono più di 1400 tra grandi e piccoli ma solo il 27% degli interventi sono al momento conclusi o in corso di chiusura (57), al netto di tredici di cui è stata chiesta la cancellazione dal programma. In gioco ci sono somme importanti: quasi tre miliardi di euro a cui si aggiungono i 500 milioni della misura Pnrr “Caput Mundi” che, con la rimodulazione del piano, negoziata con la Commissione dell’Unione Europea, si è vista dimezzare da 200 a 100 il numero di siti archeologici e culturali da riqualificare almeno al cinquanta per cento entro fine anno.
Senza doversi immergere nell’aridità dei numeri, anche allo sprovveduto passante basta un giro nel centro della città per rendersi conto che qualcosa non funziona. I cantieri aperti, che costringono gli automobilisti a estenuanti code o faticose gincane alternative, sono effettivamente decine ma gli operai al lavoro proporzionalmente pochi. Dove si cerca di correre di più è naturalmente nella zona intorno al Vaticano. Lì sarà realizzata l’opera più complessa affidata ad Anas: il sottovia di Piazza Pia (70 milioni), che consentirà la pedonalizzazione del percorso da Castel Sant’Angelo a San Pietro. Il cantiere è stato aperto a fine agosto e sono in corso i lavori per spostare due collettori fognari. L’obiettivo è concludere l’opera entro l’8 dicembre. Partito anche il restyling del percorso Via Ottaviano-San Pietro (4 milioni), che rischia però di concludersi a Giubileo già iniziato, e di quello via Stazione San Pietro-Passeggiata del Gelsomino, mentre sono in corso i i lavori per il sottopasso pedonale di via Gregorio VII. Nel quartiere Prati la riqualificazione delle pavimentazioni storiche dovrebbe concludersi a breve.
Da parte Vaticana il Presidente del Pontificio Consiglio Nuova Evangelizzazione Monsignor Rino Fisichella invoca un cambio di passo. Il presule è preoccupato oltre che per i ritardi per l’accoglienza che riceveranno i tanti pellegrini. «Accoglienza – dice l’arcivescovo – vuol dire trovare una città pulita che dia il meglio di sé con il suo arredo. Vuol dire anche trasporti e questo credo sia un punto debole». Già oggi il flusso dei turisti che arriva nella capitale è superiore alla media ma per il 2025 le previsioni parlano di 32 milioni di presenze.
Ii sindaco imputa la difficile situazione al fatto di essere partiti con sette mesi di ritardo, per responsabilità non attribuibili né a Roma Capitale né al governo Meloni: «Il Dpcm che autorizza il commissario straordinario e le strutture per il Giubileo a spendere le risorse – spiega – era pronto dalla estate del 2022. La caduta del governo Draghi e le ultime elezioni politiche hanno inevitabilmente allungato i tempi».
Le prossime settimane saranno decisive per capire se Gualtieri riuscirà a rovesciare la tendenza. Sulla giunta capitolina aleggia lo spettro di un commissario straordinario di nomina governativa che potrebbe assumere pieni poteri ed evitare le intricate pastoie burocratiche. Quello che più si teme a Palazzo Chigi è infatti una brutta figura di fronte al mondo. Ma non è ancora detto che il commissario sia un destino obbligato: certo è che per i residenti che non lasceranno la capitale, l’estate romana avrà il volto di rumore, fatica e sudore sotto la canicola agostana.
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