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Pensare il Futuro

ANGOSCIA-RECORD

MARIO AGOSTINELLI - 31/05/2024

climaCi stiamo avvicinando alle lezioni europee mentre l’emergenza climatica sta perdendo una sua centralità nell’opinione pubblica, travolta dalle guerre e in presenza di un effettivo indebolimento degli obbiettivi che il Green Deal UE si era dato, nonostante il tempo di riparazione stia venendo bruscamente a mancare.

Riprendo qui in dettaglio lo stato attuale registrato dalla NEWSLETTER E3CI, un istituto climatico riconosciuto a livello mondiale, che ha lo scopo di informare sull’aggiornamento mensile delle componenti climatiche e di fornire informazioni aggiornate sull’affidabilità degli indicatori che forniscono informazioni sui principali pericoli potenzialmente indotti da dinamiche meteorologiche estreme, ormai all’ordine del giorno anche e con intensità imprevista, nella nostra Europa.

Considerando gli aggiornamenti fino a metà Maggio 2024, tutti gli indicatori sono progettati per fornire informazioni sulle aree colpite da diversi tipi di pericoli indotti dalle condizioni meteorologiche e sulla gravità di tali eventi e, quindi, per fornire previsioni, purtroppo in via di peggioramento.

Per i diversi pericoli, le mappe riportano temperature minime estreme, temperature massime estreme, fuoco, siccità, precipitazioni estreme, grandine e vento estremo, assieme alle aree in cui la frequenza e/o la gravità degli eventi estremi ha superato la variabilità climatologica, mentre vengono evidenziate anche le aree in cui, la frequenza e/o la gravità sono confrontabili con (o sono meno pronunciati della) variabilità climatica.

Su scala europea, si rileva un’anomalia positiva nel valore della temperatura media di circa 2°C rispetto al riferimento 1981-2010, rendendo il mese di aprile il secondo più caldo mai registrato in Europa. Quindi supereremo il limite di +1,5° C ammesso come limite massimo alla Cop di Parigi.

In termini di valore estremo, l’indicatore E3CI associato alle temperature massime estreme restituisce valori maggiori di 1 in quasi tutta Europa. Nello specifico, la Penisola iberica e l’Italia meridionale hanno vissuto giornate con temperature massime che hanno superato i 30°C. D’altro canto, la penisola scandinava è stata caratterizzata da un valore dell’indicatore relativo associato a temperature fredde estreme maggiore di 1.

Per quanto riguarda lo stato idrologico, secondo i valori di precipitazione cumulativa, Aprile e Maggio 2024 sono stati prevalentemente più piovosi della media sulla maggior parte dell’Europa nordoccidentale, centrale e nordorientale. La maggior parte dell’Europa meridionale, comprese gran parte della Spagna orientale, l’Italia peninsulare, i Balcani occidentali, la Turchia, l’Ucraina e l’Islanda, erano più aride della media.

Condizioni più calde e secche portano a condizioni predisponenti più favorevoli all’innesco di incendi boschivi, soprattutto in alcune regioni della penisola iberica, Francia, Italia, Europa orientale e Balcani penisola, nonché Ucraina e Turchia.

Valori estremi di precipitazioni e grandinate più pronunciate rispetto a quelle calcolate nel periodo di riferimento si osservano invece in Irlanda, parte dell’Italia, Spagna, Danimarca, Germania, Austria, regioni baltiche, Bulgaria, Romania e alcune aree dell’Europa orientale.

Per quanto riguarda valori da record assoluti: in oltre 105 regioni d’Europa sono stati rilevati valori record e per quasi tutte le regioni tali valori si riferiscono a temperature massime estreme e condizioni di incendio.

Per quanto riguarda i valori record mensili (ad esempio, le anomalie più grandi osservate da Aprile) ben 431 regioni hanno raggiunto i valori più alti. Per condizioni di temperature massime estreme, si osservano valori record mensili in prevalenza in gran parte delle regioni europee. L’Europa si sta scaldando di più rispetto al resto del globo. Per le condizioni di siccità i valori più elevati si osservano soprattutto nell’Europa orientale.

Infine, per quanto riguarda gli incendi, i valori più elevati si osservano nelle regioni dell’Europa centro-orientale: Spagna e Francia e ne è, finora, più preservata l’Italia.

Una considerazione è d’obbligo: non tenere in conto la brusca accelerazione del cambio climatico e non registrare la distanza di preoccupazione tra governi e popolazione colpita è un segno dell’indebolimento in corso della democrazia e di uno spostamento colpevole e – direi – immorale di risorse dalla cura della Terra all’escalation delle azioni di guerra, che insanguinano l’Europa e l’intero pianeta.

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