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Attualità

RITORNO ALL’IRIDE

CESARE CHIERICATI - 31/05/2024

Matteo Trentin

Matteo Trentin

L’ultimo azzurro a vestire la maglia iridata è stato Alessandro Ballan a Varese ai mondiali 2008 vinti grazie a un micidiale allungo nel centro cittadino, prima dello scenografico approdo all’Ippodromo delle Bettole. Alle sue spalle Damiano Cunego, un campioncino di gentile aspetto, veronese doc., con molte vittorie importanti e un Giro d’Italia (2004) nel carniere.

Da allora un lungo digiuno tricolore rotto solo nel 2019 dal secondo posto di Matteo Trentin.

Ballan e Cunego misero il loro sigillo su un’edizione dell’iride che, dopo la bellezza di cinquantasette anni, ritrovava Varese e le strade del varesotto grazie all’impegno di Amedeo Colombo, Renzo Oldani e Gabriele Sola, rispettivamente presidente, vicepresidente e direttore generale di “Varese 2008”. Un tempo lunghissimo per una terra dove sono nati e cresciuti due simboli delle storia del ciclismo mondiale: Luigi Ganna di Induno Olona e Alfredo Binda di Cittiglio. L’indunese fu il vincitore del primo Giro d’Italia (1909) mentre il cittigliese, classe 1902, ne vinse addirittura cinque, primato eguagliato in seguito da Fausto Coppi e da Eddy Merckx.

Da “Varese 2008” sono dunque passati sedici anni, una distanza ragionevole di tempo per riproporre di nuovo la città giardino come riferimento ciclistico mondiale. Ad accendere sul versante politico la scintilla è stato Marco Reguzzoni, candidato come indipendente alle prossime elezioni Europee per Forza Italia. Già nel 2005, in veste di presidente dell’Amministrazione provinciale aveva garantito all’Unione ciclistica internazionale i fondi necessari per la candidatura varesina ai mondiali 2008 ( Mondiali 1951 – 2008, un secolo di storia, pag. 164, edizioni Arterigere).

Al momento il possibile ritorno iridato ha già raccolto un assenso di massima dai vertici degli enti locali e quello di Renzo Oldani cui va attribuito il grande merito di aver propiziato una nuova dimensione sportiva e mediatica per la Tre Valli, ormai una classica a tutti gli effetti; al ciclismo amatoriale con affascinanti gran fondo; al ciclocross che nei prossimi due anni ospiterà due mondiali Master. Non si tratta di una scadenza immediata. Le prossime edizioni dei mondiali sono già state infatti attribuite con largo anticipo: quest’anno toccherà a Zurigo, il prossimo a Kigali in Ruanda, nel 2026 a Montreal, nel 2027 in Francia (Alta Savoia forse) e nel 2029 ad Abu Dhabi. L’eventuale nuova opzione varesina scatterebbe quindi tra cinque anni (2029).

Se la candidatura sarà avanzata e confermata dall’Uci, Varese con quattro mondiali (1951, 1971- pista, 2008 ed eventuale 2029) si affiancherebbe alle località che ne hanno ospitate di più nel corso degli anni: ValKenburg – Olanda 5, Zurigo 4, Canton Ticino 4. Fin qui le ragioni storico sportive che ampiamente giustificano una nuova settimana iridata a Varese; ragioni peraltro strettamente connesse con i vantaggi economici generati dalla promozione televisiva turistico culturale del territorio.

Dopo il 2008 il cicloturismo è letteralmente decollato con ricadute positive sulle infrastrutture pubbliche e private come piste ciclabili extraurbane, nuovi parcheggi per i camper, nascita di Bed and Breakfast funzionali alla fruizione ciclabile del varesotto dove si possono trovare percorsi buoni per tutte le gambe o quasi. In effetti il turismo sportivo, fatto cioè da chi pratica sport e da chi ne è semplice spettatore, sta gradatamente giocando un ruolo via via più importante sui numeri economici della provincia. Anche grazie all’impegno della Sport Commission patrocinata dalla Camera di Commercio di Varese.

Ciclismo a parte, Schiranna e Gavirate sono ormai due capitali del remo che attirano, con manifestazioni nazionali e internazionali ai più alti livelli, migliaia di persone. Senza ovviamente dimenticare il basket che ha dato grande lustro a Varese e al suo territorio disseminato di palestre che ospitano decine e decine di giovani aspiranti campioni.

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