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Opinioni

INTO THE WILD

ROBI RONZA - 24/05/2024

orso2Tenuto conto delle competenze che i trattati le attribuiscono, ed ancora più di quelle che si è presa senza che gli Stati membri si opponessero, l’Unione Europea incide molto sulla politica dell’ambiente. Non si deve perciò dimenticare che l’imminente voto per il rinnovo dell’Europarlamento va incidere anche su questa questione fondamentale, che finora a Bruxelles è stata affrontata ascoltando per lo più soltanto le lobbies dell’estremismo “verde”.

Innescata dalle proteste dei contadini scoppiate un po’ ovunque in Europa negli scorsi mesi, contro l’estremismo “verde” che per anni aveva dilagato col sostegno di larga parte della stampa, comincia finalmente qua e là a serpeggiare la rivolta.

Ispirato alle teorie degli eredi di James Lovelock (Gaia. A New Look at Life on Earth, 1979) secondo cui Gaia, la Terra, è un essere vivente, la cui buona salute viene insidiata dalla presenza infettante e distruttiva dell’uomo sulla sua superficie, l’estremismo “verde” ritiene che l’uomo abbia perciò il dovere di ridurre il più possibile la propria nefasta “impronta” (footprint) sulla pelle di Gaia. Costi quel che costi deve quindi diminuire di numero quanto più possibile e addensarsi in poche e ridotte megalopoli circondate da una fascia di campi coltivati biologicamente. Il resto del territorio potrebbe così tornare a essere natura selvaggia popolata solo da chi ha diritto di esserci, ossia i grandi carnivori da un lato e dall’altro le loro prede designate, ungulati e altri erbivori.

Di qui la promozione del rewilding o rewildering, il rinselvatichimento, ad esempio della zone montane dell’Italia Centrale colpite dai terremoti del 2016-2017: un’idea che ivi serpeggia dando forse un contributo non secondario alla lentezza della rinascita di quelle zone. Non è una mia deduzione, è un fatto. Esiste a tal fine un Rewilding European Network, che per l’appunto ha un responsabile dei suoi progetti di spopolamento delle zone appenniniche dell’Italia centrale sullo spunto delle distruzioni causate da quei terremoti (cfr. Lupi, orsi e ricostruzione post Covid-19. Quale sintomo, 20 aprile 2020). Recentemente all’idea del rinselvatichimento si è poi ispirata la direttiva sul “ripristino della Natura” presentata dalla Commissione Europea nel 2022.

Anche se soltanto di rado proclamano ciò cui vorrebbero arrivare, gli estremisti “verdi” perseguono precisamente tale obiettivo come si può ad esempio vedere dalla loro campagna per la proliferazione incontrollata dei grandi carnivori. A causa di essa negli ultimi vent’anni lupi, orsi e linci si sono nuovamente diffusi mettendo a rischio la presenza umana, l’allevamento stanziale e la pastorizia in ampie aree dell’alta Italia e dell’Italia peninsulare. E lo stesso è accaduto un po’ ovunque in Europa.

In Italia c’è una sola organizzazione ambientalista, che io sappia, la quale non sia su queste posizioni. È l’Associazione Italiana Wilderness, AIW, https://www.wilderness.it/, fondata nel 1985 da Franco Zunino, della quale non a caso ben di rado la stampa parla, ma cui vale la pena di fare riferimento. Sotto la sua egida, senza alcun aiuto da parte dello Stato, sono state sin qui definite 81 “Aree Wilderness” per un totale di oltre 58.500 ettari.

www.robironza.woprdpress.com

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