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Opinioni

SEMPRE DI MENO

ROBI RONZA - 17/05/2024

???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????Mentre molti da noi ancora credono che il declino, se non talvolta il crollo, demografico (di cui si parla in questo sito dal 2016) siano un fenomeno dei Paesi occidentali, in effetti ormai tutti i continenti, salvo l’Africa, sono in tale condizione. Dalla recente riunione annuale a New York della Conferenza delle Nazioni Unite sulla Popolazione e lo Sviluppo, che ha avuto luogo pochi giorni fa, è emerso al riguardo un quadro davvero preoccupante.

Numerosi governi hanno denunciato lo scarso sviluppo, la mancanza di manodopera, la crisi fiscale ed altri grossi problemi che ne derivano accusando l’Onu di aver diffuso nel mondo, a partire dalla Conferenza del Cairo sulla Popolazione del 1994, un timore per la crescita demografica di cui oggi cominciano a pagare pesantemente le conseguenze soprattutto i Paesi poco sviluppati. In essi infatti, diversamente che nei più ricchi, non si è accumulata la rendita complessiva che altrove consente finora di pagare pensioni a tutti gli anziani e di reggere una crescente spesa sanitaria.

Dalla Conferenza del Cairo in avanti il timore per la crescita demografica ha dilagato ovunque scavalcando anche forti barriere ideologiche ed imponendosi pure in Paesi la cui situazione interna non lo giustificava affatto. Oggi la maggior parte dei Paesi del mondo risulta in declino demografico (compresi, salvo l’India, tutti quelli più popolosi), ed è sorprendente vedere come ad esempio il delegato dell’Iran, il cui regime è così fortemente schierato contro l’Occidente e contro la modernità, sia intervenuto nella Conferenza dicendo che “In Iran, a causa dell’eccessiva attuazione di politiche nazionali di pianificazione familiare, ci troviamo adesso a fare i conti, più presto di altri Paesi. con un invecchiamento della popolazione”. Ed ha lamentato che “la pianificazione familiare e la riduzione della fertilità vennero indicati dalla Conferenza del Cairo della Popolazione e lo Sviluppo del 1994 come obiettivi ugualmente validi per tutti i paesi a prescindere dalle loro caratteristiche e dai loro indicatori economici, sociali e culturali. Questa politica ha portato ad un forte declino del tasso di fertilità nella maggior parte degli stati”.

Persino un Paese a lungo dissanguato dalla guerra e dall’instabilità come la Bosnia ed Erzegovina è poi venuto a dire “Diventeremo vecchi e stanchi primo di divenire sviluppati (…) Diciamo sin d’ora che nei prossimi anni la Bosnia ed Erzegovina avrà bisogno di un 3 per cento in più di prodotto nazionale lordo soltanto per mantenere al loro livello attuale la scuola, la sanità e le pensioni”.

Particolarmente evidenti sono gli effetti del declino demografico in Giappone, in Corea del Sud e in altri Paesi sviluppati dell’Asia. Dal Giappone giungono immagini di vie e quartieri urbani dove le case disabitate sono più numerose di quelle abitate, e d’altronde in tutto il Paese due su sette sono attualmente vuote. Si tenga poi conto che, essendo le case d’abitazione giapponesi costruite per lo più con materiali leggeri e non in laterizio, se non mantenute decadono rapidamente.

www.robironza.wordpress.com

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