Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

BILANCIO DI GENERE

SANDRO FRIGERIO - 17/05/2024

assessore-e-sindacatiGli obiettivi sono ambiziosi e la sfida non è da poco. Il Comune di Varese ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un protocollo per la realizzazione del primo “bilancio di genere” di cui ha inteso dotarsi l’amministrazione Galimberti. Un bilancio di genere non è particolarmente diffuso nelle aziende – dove piuttosto si parla di strumenti di certificazione e di espansione del “Bilancio sociale” – mentre è previsto per le pubbliche amministrazioni centrali. Presso le amministrazioni comunali non è del tutto “nuovo”, tanto che a Bologna il primo strumento di questo tipo risale a una quindicina di anni fa. A Varese è una novità ma con un’importante “declinazione”. L’obiettivo è di non limitarsi a descrivere la qualità dell’impiego e dei rapporti tra l’ente comunale quale datore di lavoro e i/le dipendenti, ma di estendersi al territorio. Una complessità che lascia presagire tempi lunghi ma che potenzialmente diventa anche uno strumento di indirizzo e programmazione.

Per quanto riguarda l’organizzazione comunale, dice l’assessora alle Pari Opportunità (e ai servizi Educativi) Rossella Dimaggio, “si registra una prevalenza di organici al femminile, cui viene assicurata una elevata attenzione a partire dal tema-chiave della flessibilità dell’orario per sostenere l’equilibrio casa-lavoro”. Alzando però l’asticella, l’obiettivo del Comune, insieme con le organizzazioni sindacali è quelli di estendere questo “osservatorio attivo” al territorio rilevando fabbisogni specifici.
firma-protocolloLa presenza sul fronte sindacale, al momento della firma a Palazzo Estense con sindaco e assessora, di una vasta delegazione costituita non solo dalle organizzazioni territoriali di Cgil, Cisl e Uil, ma anche di un folto numero di dirigenti dei rispettivi sindacati dei pensionati è stata la rappresentazione plastica di questo intendimento. I “classici” temi del bilancio di genere sono la riduzione / eliminazione del gap retributivo tra uomini e donne, a parità di orario e di mansioni, o le misure per evitare che una donna, specie se madre, debba scegliere tra carriera e famiglia. In questo caso emergono altri temi come quelli legati all’invecchiamento della popolazione.

In cima alla lista – come sottolineato anche dai documenti del Parlamento Europeo – é il nodo del mantenimento del reddito e del tenore di vita con la scomparsa del coniuge, tenuto conto che le donne, per tipologia di lavoro e per anni contributivi hanno più frequentemente una pensione più bassa (benché corretta dall’assegno di reversibilità). Aspetto sempre più rilevante è quello sanitario, per almeno due motivi. Il primo è che è vero che le donne vivono mediamente tre anni più dei loro compagni, di cui sono peraltro spesso più giovani, ma ciò non si traduce in condizioni di buona salute. Il secondo è quello delle patologie più frequenti nella popolazione femminile, più soggetta rispetto agli uomini per esempio ad Alzheimer, demenza senile, osteoporosi

È un tema che, congiuntamente con quello della solitudine e della crescita del numero delle famiglie mono-personali con l’avanzare dell’età, pone sfide sempre più gravi sul sistema dell’assistenza pubblica e privata. Già lo si vede nella più importante RSA varesina, la fondazione Molina, dove i 441 ospiti sono ripartiti esattamente in un rapporto 2/3 e 1/3, con 296 femmine e 145 maschi. Le prime hanno la rispettabile età media di 85,6 anni. Del resto, nel capoluogo nel 2023 c’erano nella fascia 80-89 anni 1,6 donne ogni uomo, che diventavano però 2,8 sopra i 90 anni. Per una comparazione, a Busto Arsizio questi numeri erano 1,5 e 2,9, a Gallarate 1,5 e 2,6, a Saronno 1,5 e 2,8 e nell’insieme della provincia 1,5 e 2,7.
graficoL’invecchiamento è avanzato negli ultimi 20 anni. Nel 2003 a Varese gli “over 80” erano il 5,4% della popolazione (di cui l’1,0% sopra i 90), ora sono il 9,9% (1,8% sopra i 90), a Busto Arsizio sono passati da 4,6% all’8,4% (1,5% sopra i 90), a Gallarate dal 4,8 al 7,8% (1,5% sopra i 90), a Saronno dal 4,7 al 9,1% (1,7% sopra i 90). Nell’intera provincia, gli ultraottantenni sono saliti dal 4,4 all’8,1% di cui 1,4% over 90. Una curiosità benché abbia circa 4500 abitanti meno di Busto Arsizio, Varese è luogo di residenza per ben 1433 “over 95”, di cui 1.054 donne contro 1221 (di cui 907 donne) di Busto, numeri che potrebbero anche riflettere una maggiore concentrazione di RSA.

La sfida anche per gli enti locali è e sarà sempre più rilevante. Mentre chiudono o si ridimensionano scuole soprattutto di periferia e aprono, anche in città, nuove RSA a fronte di una domanda che aumenta, quale sarà l’impatto sul sistema dei servizi sociali dei Comuni? Il tema è ineludibile e le scelte potrebbero essere non facili quando si tratta di scegliere in che direzione mettere le risorse. Magari anche fuori dai canoni attuali.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login