E se stessimo sbagliando tutto da tempo, anzi da sempre, perché i segreti dell’universo risiedono più nella biologia anziché nella fisica? Ed è possibile considerare il cosmo come un’entità vivente, un unico organismo del quale noi facciamo parte? In questo caso galassie, buchi neri, stelle, quasar, nebulose pianeti, umani, animali e quant’altro rappresenterebbero i tessuti di un enorme essere vivente. Provate a fare uno sforzo di fantasia, forse riuscirete e immaginare, e magari a visualizzare, questo gigante (obiettivamente un po’ inquietante). Un “corpo” che nasce (col Big Bang) probabilmente da una realtà precedente, che cresce (grazie all’espansione) e che alla fine muore (quando l’entropia si sarà equilibrata).
A dirla tutta, non sono ipotesi nuovissime: già il filosofo greco Anassagora riteneva che esistesse una mente organizzatrice (il Nous) in grado di cancellare il caos originario. E dopo di lui, in questo solco, sono arrivati Platone, gli Stoici, Plotino e i seguaci del Neoplatonismo. Nei giorni scorsi il sito “Universo 7p” ha avuto l’idea (e il merito) di tornare sull’argomento riproponendo le tesi del fisico teorico statunitense Lee Smolin, convinto che l’Universo abbia già creato una famiglia di universi-figli, celati oltre l’orizzonte dei buchi neri.
Ma chi è Lee Smolin? Classe 1955, nato a New York, è uno dei fondatori del Perimeter Institute for Theoretical Physics e ha dato notevoli contributi alla teoria quantistica della gravitazione e alla gravità quantistica a loop. Come ci ricorda Wikipedia, enciclopedia online, “la cosmologia e la teoria delle particelle elementari rientrano tra i suoi interessi predominanti assieme alla meccanica quantistica e alla biologia teorica”. Venendo alla tesi dell’Universo-corpo, Smolin fa una premessa: «Le leggi di natura sono perfettamente sintonizzate, in modo che l’Universo possa ospitare la vita. Immaginiamo cosa succederebbe se queste regole cambiassimo anche solo leggermente: l’Universo non sarebbe più così ospitale. Resta un mistero il motivo per cui l’Universo è così accogliente nei confronti della biologia».
A giudizio di molti questo prova che non può non esistere un creatore che ha concepito il cosmo e l’ha costruito affinché fosse adatto alla vita umana. Smolin eccepisce e preferisce cercare risposte nella teoria dell’evoluzione. Biologia, dunque, non fisica. E nemmeno religione. «La selezione naturale spiega come strutture intricate della vita si sviluppano in modo progressivo. L’Universo potrebbe aver avuto degli antenati? Forse sì. Mentre si è evoluto, potrebbero esserci state variazioni casuali delle leggi e infine una selezione delle stesse, privilegiando quelle che introducevano le strutture più complesse. La “selezione naturale cosmologica” è la miglior risposta che ho fin qui trovato».
Ma perché questa teoria regga, è necessario presupporre un meccanismo per cui l’Universo si riproduce e subisce una mutazione come nella trasmissione del DNA. I buchi neri sono, secondo il ricercatore, il luogo in cui questo accade. In pratica, l’Universo è il germoglio di uno smisurato albero cosmico sempre in crescita. «Nel cosmo funziona come in biologia: esiste una popolazione di universi che generano una progenie attraverso i buchi neri – sottolinea non senza ricordare di aver identificato una particolare analogia tra l’albero genealogico cosmico e quello biologico – Perché si formi un buco nero occorre una stella molto grande. Inoltre servono enormi nuvole di gas e di polveri fredde, in modo che queste sostanze si trasformino in monossido di carbonio. Quindi sono necessari sia il carbonio sia l’ossigeno, i due atomi essenziali per la formazione della vita. Questi due elementi sono presenti nell’universo in misura massiccia, perciò la spiegazione per cui il cosmo ospita la vita non è altro che un effetto collaterale della sua stessa fertilità in termini riproduttivi».
Le leggi della fisica, allora, servono a mantenere “fertile” il cosmo e questo organismo pienamente vivente potrebbe manifestarsi anche in altri luoghi, seppure su scale di grandezza per noi irriconoscibili. Probabilmente adesso vi domanderete qual è la visione di Lee Smolin circa l’Entità Superiore. La risposta è immaginabile. E la trovate sulla già citata Wikipedia: «Non c’è mai stato un Dio, non c’è mai stato nessun pilota che ha fatto il mondo imponendo un ordine al caos, rimanendone poi al di fuori ad osservare e a prescrivere. E Nietzsche è morto. Oggi anche lui è morto. L’eterno ritorno, la morte termica eterna non rappresentano più una minaccia: non verranno mai come non verrà mai il regno dei cieli. Il mondo ci sarà sempre, e sarà sempre diverso, più vario, più interessante, più vivo, ma sarà sempre il mondo nella sua complessità e incompletezza. Tutto l’Essere è nelle relazioni tra le cose reali, sensibili. Tutto ciò che abbiamo come legge naturale è un mondo che si è costruito da sé». Una tesi, non una certezza. Chiunque può regolarsi secondo le proprie.
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