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Attualità

CRESCE L’ERBA DELL’INCURIA

CESARE CHIERICATI - 10/05/2024

VARESE ERBA SUI MARCIAPIEDI NELLA FOTO VIA CAMPIGLIÈ profezia fin troppo facile prevedere nelle prossime settimane una crescita esponenziale delle pubbliche erbacce esplose in queste settimane di piogge inclementi alternate a pause di sole rovente.

Da decenni ormai quello con le erbacce è per Varese un appuntamento fisso. Tre anni fa in zona Casbeno, dove abito, mi sono preso la briga di misurare l’altezza delle infestanti verzure nella breve via Ariberto che collega via Monastero vecchio a via Daverio, in fregio al grande e ben attrezzato Oratorio. È una via stretta e ombrosa, a senso unico, propizia alla crescita rigogliosa di qualsiasi erba dei luoghi. Misurai l’altezza delle più prospere: oltre un metro e ottanta centimetri, un record credo per un contesto urbano. Da allora tengo d’occhio le cunette per verificare se quel record verrà superato o se invece arriverà prima, per interposto appalto, la falciatrice di Palazzo Estense di cui già si avverte la necessità in molte altre zone della castellanza e della città in generale.

In merito suggerisco una puntatina in via Saffi a Masnago. Come pure in viale Sant’Antonio che raccorda la zona della Motta a via Daverio. Un segmento stradale dove, al netto di alcuni interventi edilizi fuori scala, è ancora possibile apprezzare l’impianto urbano a ville e giardini che, nella prima metà del Novecento, era stato il tratto distintivo della cosiddetta “città giardino”.

Ormai una certa endemica trascuratezza sembra un dato irreversibile. Lo testimonia del resto anche il parcheggio adiacente la stazione Varese – Casbeno di Tre Nord frequentato da un gran numero di pendolari e ciò nonostante consegnato a un ricorrente abbandono. E pensare che le stazioni delle Nord – le si chiamava così – gareggiavano un tempo a quale fosse la meglio tenuta e la più fiorita, posto che tutte o quasi potevano contare su un capo stazione residente orgoglioso della sua piccola patria ferroviaria. La disattenzione al decoro, al pulito e al ben fatto non dipende solo dalle erbacce e dalle buche nelle strade, ma anche dalla cattiva manutenzione di alcuni edifici pubblici localizzati a Casbeno – e non solo – dentro i quali si svolgono importanti servizi a beneficio della collettività.

È il caso della sede Asst di viale Monte Rosa, ben tenuta e funzionale all’interno quanto è invece male in arnese all’esterno. Con il cordolo ad archetti che delimita il bordo in erba distrutto ormai da decenni e le facciate meritevoli di urgenti pulizie e imbiancature. Tanto più che da almeno sei mesi ospita la sede della “Continuità assistenziale”, ex guardia medica (ingresso da via Giuliani) e accoglie o accoglierà un Ospedale di comunità e altri importanti uffici della sanità pubblica.

Una eccezione: le aiuole di fiori per le api in Viale Europa

Una eccezione: le aiuole di fiori per le api in Viale Europa

Uguale sorte sta subendo, sempre nella “ridente castellanza” la sede dell’Archivio di Stato. Costruito nei primi ’60, con improvvida scelta collocato tra i giardini di via Col di Lana e via Monviso. All’esterno versa in condizioni precarie. Annerito in più punti dall’umidità, il lungo ingrigito capannone è in netta contraddizione rispetto a ciò che resta dell’impianto urbano a ville giardini cui sopra accennavo. Un esempio lampante di come le opzioni architettoniche segnano in maniera indelebile e quasi sempre irreversibile il territorio.

Una speranza di bello, sempre in zona, arriva però da Viale Europa dove nello spartitraffico sono stati piantati colorati fiori di campo. Meno male.

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