La Parola di Dio ha voluto incidersela sulla pelle Sean McDermott, il ragazzone dell’Indiana che qualche sera fa ha parlato della sua fede davanti ad oltre cento persone, nella ex sala cinema dell’oratorio ‘Molina’ di Biumo Inferiore. Una frase del nuovo testamento tatua il braccio sinistro dell’ala piccola della OJM pallacanestro Varese, un incitamento ad avere coraggio e perseveranza, perché il Signore non ci abbandona.
Invitato da don Giorgio e dalla comunità parrocchiale di Biumo, Sean (198 centimetri di altezza per 88 kg di peso, classe 1996, prima volta in Italia dopo gli esordi negli Usa) ha raccontato la sua storia: «Sino a 17 anni pensavo solo al basket, era la mia vita, poi una malattia grave mi ha obbligato a riflettere su me stesso, a chiedermi se non esistesse qualcosa d’altro, di più importante della pallacanestro…». Da qui l’inizio del cammino di fede: tappa decisiva l’incontro con la ragazza, che sarebbe poi diventata la moglie e la mamma della sua bambina. È stata lei a mettere le cose in chiaro: «Non sposerò mai un uomo che non considera Gesù parte fondamentale della sua vita. Non è possibile pensare ad una famiglia e non credere nel Signore».
La frase perentoria ha scosso il gigante, che ha dato seguito con lei alla lettura della Bibbia, all’incontro con una comunità di credenti. Ma ancora una volta è stata la sofferenza ad aiutare McDermott nella scoperta che senza l’aiuto di Dio certe difficoltà possono annientarci. «Mia mamma è morta di cancro prematuramente, e poco dopo è morto mio nonno, due lutti che mi hanno avvicinato ancor più a Dio, facendomi scoprire che solo nella fede si possono superare certe prove». Sean ha poi scelto di battezzarsi, quindi il dono del matrimonio, di una bimba (che durante l’incontro si è arrampicata spesso sulle lunghe leve inferiori del padre) e infine l’approdo nel basket a Varese, prima esperienza in Italia. «La bellezza di questi luoghi mi ha fatto vedere la benevolenza di Dio… Sento, sentiamo la mancanza di una comunità come quella che abbiamo lasciato in America e un’occasione come questa, di poter testimoniare la nostra fede, è per me davvero preziosa. Per questo vi ringrazio».
McDermott ha dato l’idea di non sentirsi per niente un arrivato sul cammino della conoscenza del Signore, piuttosto un uomo che ha scoperto tardi la fede ma che, come una squadra in rimonta, sta risalendo la china, pregando costantemente, persino durante le partite. E alla domanda se ha pregato anche per la salvezza della OJM in serie A, la sua risposta è stata chiara: «Yes!». Una preghiera che è stata esaudita, evidentemente, perché proprio con la partita contro Treviso la pallacanestro Varese ha raggiunto la matematica certezza della permanenza in serie A.
Spesso Sean, al termine degli allenamenti, si isola con la Bibbia in mano, atteggiamento che non poteva non destare curiosità da parte dei compagni di squadra. «Non bisogna nascondere il proprio credo, abbiamo un compito preciso, di testimoniare la presenza del Signore. Quando i miei compagni si sono accorti che sono credente si sono dimostrati interessati, in particolare Nicco Mannion, mi fanno domande…».
La Pallacanestro Varese resterà nella massima serie, ma non sappiamo se rivedremo Sean, attualmente il nostro capitano. Visti i risultati sul campo, le sue percentuali nel tiro da tre, la sua grinta difensiva, le sue entrate saettanti con contorsioni in reverse, non dovrebbero esserci problemi per il rinnovo del contratto, con un adeguamento economico. Sarebbe un peccato vedersi allontanare da Varese questa famiglia cristiana, che certamente ha fatto canestro nel cuore dei presenti all’incontro di Biumo Inferiore.
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