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Storia

PROPAGANDA 1517

PIETRO CARLETTI - 03/05/2024

luteroI volti di alcuni uomini del passato restano incisi nella memoria storica collettiva tanto da essere quasi universalmente riconoscibili, come è il caso di Martin Lutero (1483-1546).

Il suo sguardo magnetico e severo ritratto da Lucas Cranach il Vecchio, amico personale del riformatore tedesco e suo sostenitore, testimonia ancora oggi una delle più efficaci propagande di tutti i tempi, che fra ritratti e volantini, xilografie e calcografie, contribuì a diffondere in molti il desiderio di conoscere l’uomo che dava al papa dell’«Anticristo».

Disgustato dai fasti rinascimentali del papato romano e da un clero dedito al commercio di indulgenze utili per finanziare la costruzione della nuova basilica di san Pietro, Lutero sentì forte l’urgenza di diffondere la fede nel Vangelo, che intendeva promuovere attraverso la parola di Dio, soggetto unico della sua riforma escatologica.

Nonostante non sia documentata un’influenza rilevante di Lutero sui modi della sua raffigurazione, fu di certo un personaggio pubblico in grado di mobilitare e di coinvolgere varie categorie sociali: da un lato, grazie al prestigio che gli derivava dal suo titolo accademico e dall’insegnamento universitario suscitò fascino e consenso fra le persone colte; dall’altro, in qualità di predicatore della chiesa di Wittenberg, riuscì a coinvolgere e a confortare i cittadini spiegando i presupposti teologici del suo lavoro esegetico.

Nell’autunno del 1517, quando esplicitò il suo dissenso nei confronti della Chiesa di Roma nelle 95 tesi, forse mai affisse sulla porta del duomo di Wittenberg ma ampiamente diffuse grazie alla loro traduzione dal latino al tedesco, la persona di Lutero cominciò ad assumere una dimensione politica di rilievo europeo, che gli costò tre anni più tardi la minaccia di scomunica del papa.

Per tutta risposta il 10 dicembre 1520 il padre della Riforma non ritrattò, e diede alle fiamme il codice di diritto canonico insieme alla bolla di scomunica Exsurge domine: Lutero veniva condannato come eretico, anche se a suo giudizio era lui, con il suo gesto audace, ad aver scomunicato la Chiesa di Roma, in nome della certezza della «vera» fede cristiana.

Convocato a Worms tra il 17 e il 18 aprile 1521, Lutero confermò le sue posizioni al cospetto dell’imperatore Carlo V, e grazie al sostegno del principe elettore Federico il Saggio, per nulla interessato a raccogliere risorse utili per realizzare la nuova basilica di san Pietro, ed entusiasta per la crescente affluenza di studenti presso l’Università di Wittenberg, fu condotto in un luogo sicuro, il castello di Wartburg, dove rimase per un anno in compagnia della Bibbia.

Isolato dal mondo e vessato dalle tentazioni del demonio, Lutero approntò in undici settimane la traduzione del Nuovo Testamento, data alle stampe nel settembre del 1522 con un ciclo di xilografie allestite da Cranach: la Riforma diventava definitivamente un movimento biblico.

Ultimata anche la traduzione dell’Antico Testamento la versione definitiva uscì nel 1534.

Servendosi di uno strumento modernissimo come il libro a stampa, il riformatore tedesco diffuse tra il 1522 e il 1546 circa 430 edizioni della Scrittura, tra parziali e complete, e con la sua opera promosse la diffusione di un’unità linguistica in atto da tempo, che pose le basi per la creazione del linguaggio letterario moderno della Germania.

Benché non si debba enfatizzare l’impatto del libro su una società ancora ampiamente analfabeta, l’esplosione della Riforma coincise con l’importante rivoluzione dei mezzi di comunicazione, che tra opuscoli illustrati, immagini e altre piccole pubblicazioni (Flugschriften), contribuì a produrre una profonda cesura nella storia della Chiesa e del cristianesimo occidentale.

Attraverso Lutero fu quindi possibile pensare ad una formazione ecclesiastica libera dal controllo del papato, ma pur sempre figlia della madre Chiesa che l’aveva espulsa dal suo grembo.

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