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Fisica/Mente

INVECCHIARE COSTA

MARIO CARLETTI - 26/04/2024

chrodisHo toccato questo argomento in altre occasioni ma ritenendolo di fondamentale importanza, lo ripropongo anche se con una visione europea più ampia.

Il tema è quello della sostenibilità economica della sanità, dei costi della stessa, dell’impatto sociale e sanitario di alcune malattie a carico delle persone anziane.

Il progetto denominato Chrodis (in italiano malattie croniche) è un’azione congiunta europea dedicata alle patologie croniche ed alla promozione dell’invecchiamento in salute.

Lo stesso mira a sostenere i Paesi europei nell’implementazione di buone pratiche e di attività basate su prove di efficacia per migliorare la qualità degli interventi dalla prevenzione alla terapia.

A febbraio è stato presentato ad Oslo il progetto Prevent NCD (evoluzione del Chrodis in pratica) finanziato con poco meno di 100 milioni di euro, cioè il 20% del budget totale sanitario della UE.

In Australia con il medesimo obbiettivo è stato creato un vero e proprio dipartimento della sanità con immobili, personale, finanziamenti riservati e gli anglosassoni, essendo pratici e semplici, hanno dichiarato che l’obbiettivo è quello di arrivare a garantire al maggior numero di persone di morire anziani ma sani.

Divertendosi a leggere alcuni dati e cifre ovviamente sempre tutti raccolti da fonti ufficiali della sanità da mondiali a regionali, basta leggere alcuni numeri per rendersi conto di cosa parliamo e quindi di quali interessi andiamo a toccare.

L’osservatorio nazionale per l’impiego dei medicinali dell’Agenzia del Farmaco Italiana ci racconta che nel 2022, il 98,4% degli anziani ha ricevuto almeno una prescrizione farmacologica senza importanti differenze di genere.

Se volete divertirvi con i numeri la popolazione geriatrica con età superiore ai 65 anni in quell’anno era di 13,9 milioni (donne 7,8).

Andando ancora più nello specifico per far capire sempre meglio l’importanza del tema tra i 65/69 il valore medio di somministrazione è stato di 6 farmaci mentre dagli 85 anni in su di 8,7.

Di questi farmaci l’80% è per terapie dell’apparato cardiovascolare seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale/metabolismo (tra cui rientrano ad es quelli per il diabete) con il 64%.

Ora 25 nazioni europee hanno deciso di collaborare per combattere l’onere della spesa proveniente dalle malattie non trasmissibili a carattere ereditario (cancro, diabete tipo 2, malattie cardiovascolari e respiratorie quelle percentualmente più rappresentate).

Poiché la medicina migliore per queste patologie non è la cura, ma la prevenzione e quindi il miglioramento degli stili di vita (no fumo, dieta corretta, movimento), il focus dell’attenzione di questa nuova imponente campagna, è proprio il cambiamento sociale di alcune abitudini dei cittadini.

Ad oggi la spesa sanitaria europea è stata stimata attorno ai 115 miliardi l’anno, semplice quindi capire che la partita da giocare è decisamente importante.

Il tema è davvero complesso perché va anche ricordato come il gradiente sociale incida sulla esposizione alle malattie croniche citate, con istruzione e status socioeconomico riconosciuti tra i fattori determinanti.

Un approccio quindi condiviso tra Stati, con interventi coordinati, efficaci, sostenuti dagli studi ormai numerosi e validati, ed organizzati in collaborazione tra gli Stati, è quindi l’obbiettivo primario.

Ulteriore complicazione è l’impatto economico in generale che va a coinvolgere settori produttivi (farmaceutica, sanità, alimentare etc) con interessi miliardari e spesso diversi.

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