(C) Sì, lo so, amici, vorreste riprendere il discorso sulla necessaria “Resistenza Europea” del nostro concorde intervento della scorsa settimana, ma arriveremmo troppo tardi rispetti agli imprevedibili avvenimenti del 25 aprile prossimo. Quanto alla “censura” a Scurati, devo confessare di non aver letto di particolarmente mortifero, ma nemmeno vitalizzante, nel suo scritto, destinato in sostanza a biasimare la mancata dichiarazione di antifascismo da parte di Meloni, piuttosto che evidenziare il fondamento resistenziale e costituzionale su cui costruire insieme, democratici di sinistra, di centro e di destra (quindi non di destra-destra), una presenza italiana almeno convergente, se non concorde, in un’Europa bisognosa di cultura e di valori, prima ancora che di strutture istituzionali e di eserciti comuni.
(S) Infatti, si può essere di destra senza essere fascisti, come si può essere di sinistra senza essere marxisti-leninisti e nemmeno comunisti nel senso tradizionale del termine. Mi pare infatti che almeno in Basilicata, forse perché Regione priva di un’esperienza resistenziale, la polemica antifascista non abbia portato bene.
(C) Credo che nessuna polemica attestata su posizioni schierate ideologicamente porti bene, in generale a nessun partito. Guardando proprio alla Basilicata il risultato peggiore è quello dell’affluenza, sotto il 50% e vicina ai minimi storici. Sembra che non importi avere una cultura politica, nemmeno un’opinione. Se l’effetto del “fascismo perenne, nero oppure rosso”, penso alle elezioni russe, è quello di ottenere un’adesione totalitaria e incondizionata, l’effetto di una democrazia debole e perennemente incompiuta è quello di provocare un allontanamento di massa dalla politica. Irrimediabile?
(O) Irrimediabile no; ma prima di tentare di indicare una soluzione, permettimi di scontare dal dato parzialmente positivo di quel 50% una quota di voti populisti, a qualsiasi ala della politica siano aggregati. Può essere positivo che si siano fortemente ridotti rispetto a valori precedenti, tanto a destra quanto a sinistra, se fosse il principio di un consolidamento in aree culturalmente strutturate, capaci di generare adesioni consapevoli e non reazioni rabbiose. La soluzione è naturalmente di tipo prepolitico, visto che i partiti hanno rinunciato ad esercitare la funzione di educare le masse alla cultura e alla partecipazione politica.
La proposta positiva ai cittadini di Varese e dintorni è quella di partecipare ai vari eventi del S. Vittore Festival, nella sua seconda edizione ampliata e rinforzata nei contenuti. Il tema è “La persona rinasce da un incontro” e si sostanzia in sette proposte principali dal 29 aprile all’8 maggio, a partire dalla mostra “E venne un uomo nuovo” che ricorda l’opera di grande rinnovamento ecclesiale portata in città dal prevosto Manfredini. Ne scrive qui sopra il prevosto Panighetti.
(C) Il progetto di innalzare una festa parrocchiale e popolare a occasione di sviluppo culturale cittadino è ambizioso, ma già lo scorso anno ha trovato un riscontro significativo, si coltiva la speranza che l’impegno attuale, ottenendo il successo che merita, definisca il fondamento culturale e operativo di un evento religioso e civile insieme che dia valore a tutto il complesso della vita cittadina.
(C) Costante (S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti
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