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Attualità

ILLUSIONE FERROVIARIA

CESARE CHIERICATI - 26/04/2024

trenord“La grande illusione”. È il titolo di un famoso film francese diretto da Jean Renoir nel 1937. Riassume bene la vicenda a puntate dei tanto agognati treni veloci tra Varese e Milano. Una favola ferroviaria che si autoalimenta da decenni ma che, guarda caso, riemerge puntualmente nelle adiacenze degli appuntamenti elettorali, siano essi nazionali, locali o europei. Da destra, da sinistra e dal centro tutti o quasi si sentono in dovere di promettere una “futuristica” rivoluzione della velocità nei collegamenti tra la città giardino e le due stazioni di approdo alla capitale lombarda: Cadorna e Porta Garibaldi.

Attualmente la prima meta la si raggiunge in un tempo variabile tra i 53 minuti e l’ora e due minuti, la seconda tra i 52 minuti e l’ora e 17 minuti. Tutto questo tempo per percorrere una cinquantina di chilometri disseminati, in entrambi i casi, di fermate intermedie molto importanti come Gallarate, Busto Arsizio, Legnano e Rho sul versante delle linee Fs; Malnate, Tradate, Saronno, Milano Bovisa, Politecnico e Domodossola sul versante delle Nord. Tra queste stazioni c’è una miriade di altri scali minori che Trenord deve obbligatoriamente servire altrimenti che razza di servizio regionale sarebbe il suo. Allo stato attuale dell’arte solo tagliando molte fermate si riuscirebbe a ridurre sensibilmente i tempi di viaggio.

Lo ha ribadito a fine marzo il Governatore della Lombardia Attilio Fontana sottolineando che solo un taglio del 50% dei treni oggi in servizio garantirebbe una riduzione significativa dei tempi di percorrenza sulla tratta Milano –Varese, ricordando “che questa soluzione potrebbe essere adottabile solo se fosse l’esigenza di molte persone”. Il che non è, visto che una quindicina di anni fa venne fatto un esperimento con quattro treni diretti Milano –Varese e ritorno non utilizzati però da un numero sufficiente di viaggiatori. Quindi nessun miglioramento è ipotizzabile fino a che non saranno compiuti due interventi strutturali sulle due linee: 1. Il quadruplicamento della Rho – Gallarate di cui è già stato appaltato il primo lotto di lavori fino a Parabiago mentre il secondo arriverà fino a Legnano.

L’intervento consentirà, dicono gli esperti, di ridurre i tempi di percorrenza di dieci – quindici minuti al massimo tra Milano e Varese grazie alla separazione tra i flussi dei treni veloci e quelli dei suburbani – non certo la mezz’ora vagheggiata da molti 2. Sul fronte delle Nord risulta ineludibile il potenziamento della tratta Malnate – Varese Casbeno e di quella per Laveno, in entrambe le direzioni, garantendo così una migliore e più rapida accessibilità al capoluogo dei residenti in quella fetta della provincia.

I tempi si annunciano lunghi per la complessità tecnica dei lavori e per la necessità di ridurre al minimo l’impatto su territori densamente abitati e già alle prese con seri problemi di inquinamento acustico. Nessuna rivoluzione miracolistica è quindi alle porte. Agitare strumentalmente il miraggio di treni veloci per Milano, come se fossero dietro l’angolo, non giova ad alcuno tanto meno alle migliaia di pendolari quasi quotidianamente alle prese con ritardi, cancellazioni e disservizi di vario genere.

Quel che serve è invece un monitoraggio costante, da parte della politica e dei numerosi comitati dei pendolari disseminati sul territorio, delle scelte operative di Trenord. “Trenord che lo scorso anno ha ottenuto dalla Giunta regionale il rinnovo per altri dieci anni della concessione senza rinegoziare alcuni parametri prestazionali”. Ribadisce Samuele Astuti, operoso Consigliere regionale del Partito Democratico.

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