Sono cresciuto in via Magenta 3, proprio di fronte alla restauranda Caserma (anzi, ormai quasi restaurata). Dunque, quanto al traffico in quella zona, ne ho viste di ogni: sensi unici, doppi sensi, soluzioni circolari con via Piave e via Medaglie d’oro… Da bambino/ragazzotto venivo spedito dai genitori a “girare il disco”: via Magenta prevedeva il senso unico, con direzione obbligata verso l’autostrada e, oltre che davanti alla stessa Caserma, sul lato di sinistra, dove c’erano negozi attivi e fiorenti e l’iconica Tessilomnia, si poteva parcheggiare. Ma da quelle parti si manifestava spesso, con cinica e studiata frequenza, un vigile feroce che smazzava multe a man salva. Di conseguenza guai a farsi beccare con il disco scaduto. Poi, si sa, la situazione è cambiata ed è stato introdotto il doppio senso, secondo il concetto di “tagliare” la città in orizzontale per far uscire il traffico dal centro oppure per indirizzarlo al ring interno.
Non so se sia ancora una soluzione giusta, ma così è ormai da un sacco di anni. E in questo scenario la via Spinelli ha rappresentato, e rappresenta, uno sfogo che raccorda la zona “alta” di piazza Repubblica – che conduce a via San Michele – con la stessa via Magenta. Che cosa dire allora dell’intento dei signori di Palazzo Estense (politici e tecnici) di chiudere questo breve tratto alle auto per favorire la pedonalizzazione della piazza? Dico che è un errore fotonico: concordo in toto con quanto ha scritto il collega e amico Max Lodi. Idem a proposito della stigmatizzazione del peggio del peggio, ovvero l’idea di fare sì che chi esce dal garage delle Corti nella suddetta via Spinelli faccia inversione a “U” e risalga fino a via San Michele.
Di fronte al risultato di tale spremuta di cervelli mi viene da ricordare che esiste il rasoio di Occam: la soluzione più semplice è la migliore. Quindi la soluzione più semplice in questo caso è mantenere quanto già esiste, magari allargando – questo sì – la via Fratelli Pavesi, senza però invertire il senso di marcia e senza nemmeno ipotizzare il doppio senso. Oggi il flusso che procede da via Magenta verso l’autostrada può usare questa strada per salire in via San Michele: logico e consolidato; modificare creerebbe solo un inutile caos, a maggior ragione nell’ipotesi di consentire la svolta a sinistra verso il centro alla fine della via Pavesi, là dove fino qualche anno fa funzionava il distributore di benzina.
Tenere quanto già abbiamo mi pare dunque la cosa migliore. A meno di valutare la fattibilità di un’idea, che butto lì quale semplice contributo al dibattito. Il doppio senso attuale in via Magenta ha un punto critico, ovvero l’ingresso dalla strozzatura nel punto in cui, al semaforo, c’è il bivio con via Piave. Perché non ripristinare allora le antiche impostazioni? Via Magenta torna a senso unico con direzione autostrada; via Spinelli rimane e si collega ad essa; via Pavesi resta lo sfogo per salire fino a via San Michele; si riattiva lo schema circolare Magenta-Piave-Medaglie d’oro e alla fine di quest’ultima via rimane tutto come oggi, o si va a destra verso il centro o a sinistra per tornare in via Magenta. E da via San Michele si può sempre scendere usando via San Pedrino.
Ecco le possibili obiezioni. 1) Si creerebbe una congestione verso via Piave al semaforo dell’ex Consorzio. Ammesso che accada, secondo me non sarebbe maggiore del tappo – sovente assai lungo – che deve affrontare chi oggi prosegue diritto in via Magenta. 2) Come la mettiamo con il pullman e i taxi che dalla stazione possono attualmente percorrere la corsia riservata di via Piave? 3) Non si formerebbe un conflitto con il traffico che da via Piave svolterebbe a sinistra in via Medaglie d’oro? A mio avviso si tratterebbe solo di rimodulare e sincronizzare i semafori, quello di via Magenta all’altezza del Consorzio e poi quello alla fine di via Piave. Ma, lo ripeto: è giusto una semplice proposta.
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