La questione legata al parcheggio di via Verdi che amputa un’ampia fetta dei Giardini è in alto mare da dieci anni, da quando i movimenti civici “Varese e Luisa” e poi “Varese 2.0” la posero sui tavoli dell’esecutivo comunale allora guidato da Attilio Fontana. Nulla è cambiato in tutto questo tempo salvo le attrezzature di riscossione dei pagamenti e il fondo lievemente migliorato grazie a un intervento del gestore AVT a fronte di buche, avvallamenti e pantani provocati dalle piogge.
Persino una delle colonne portanti del cancello, abbattuta all’epoca da uno spazzaneve in manovra, giace rassegnata in attesa che qualcuno prima o poi la rimuova per restituirla alla sua originaria funzione. Come alla sua originaria funzione dovrebbe tornare l’ampia fetta di sterrato oggi occupata dalle auto e sottratta una quarantina d’anni fa ai ragazzini del centro città che lì organizzavano giochi e partitelle di calcio ponendo libri e cartelle a delimitazione delle porte.
Un paio di settimane fa tre commissioni consigliari hanno visitato i cantieri in corso in diverse zone della città per valutare lo stato di avanzamento dei lavori. Una, di cui faceva parte anche Luca Paris (M5S), ha fatto tappa al parcheggio di via Verdi. Da un lato le minoranze hanno chiesto di sistemare al meglio la struttura esistente mentre i rappresentanti della maggioranza hanno sottolineato come il parcheggio sia a tutti gli effetti parte del parco Estense e che quindi non si possa escludere una sua riconversione a verde. Anche perché la settantina di auto private in sosta potrebbero utilmente essere sistemate nel multipiano di via Sempione. Quelle comunali di servizio potrebbero invece restare dove già sono oggi, alle spalle della ex palazzina della cultura.
Nessuno però sembra voler farsi carico del problema come se un parcheggio sterrato, con angusti varchi di entrata e di uscita, collocato a ridosso di un impianto semaforico nevralgico e ai piedi di prestigiosi alberi secolari, sia un fatto normale anziché un vulnus da sanare in una città che ha proprio nei suoi parchi pubblici e privati il principale tratto distintivo.
Dopo anni di colpevoli trascuratezze va benissimo un po’ di manutenzione ai Giardini Estensi: aggiustare e riverniciare le panchine, collocarne di nuove, ripristinare i vialetti, risistemare gli acciottolati, riaprire il bar adiacente il laghetto dei cigni, sorvegliare che gli spazi centrali, spesso adibiti a incontri e spettacoli, non vengano compromessi da folle troppo invasive. Non va bene invece continuare a sorvolare sul “provvisorio” parking di via Verdi rimandando ogni decisione alle calende greche.
Si abbia il coraggio dunque di decidere se deve tornare a far parte degli storici Giardini o se invece deve continuare ad essere un’area di sosta benevolmente tollerata. Nel primo caso il Comune provveda ad allestire un progetto di rinaturalizzazione del sedime e a individuarne una possibile destinazione. Nel secondo caso, se si opta per l’amputazione definitiva, sia dia mandato al gestore AVT di riorganizzarlo nel migliore dei modi possibili mascherando con opportune mitigazioni ambientali la presenza invasiva e deturpante delle auto in sosta. Senza ovviamente dimenticare che l’ingresso e l’uscita su via Verdi saranno sempre a rischio incidente vista la contiguità con l’incrocio: Sacco – Staurenghi – Sanvito – Verdi.
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