C’è un “effetto Pioltello” a Varese e Provincia? Un quadro in cui la presenza di “non Italiani” è tale di mettere a repentaglio le prospettive di integrazione? Ha ragione Matteo Salvini a chiedere di non avere scuole con più dl 20% di cittadini stranieri o il ministro della Pubblica Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che proprio d a Varese ha rilanciato il suo “niet a giorni di vacanza in date non contemplate da accordi tra lo Stato e “religioni riconosciute”? Abbiamo dato la parola ai numeri e la risposta è decisamente interessante. Con qualche sorpresa che emerge da una ricerca esclusiva di RMFonline.it basata su numeri Istat per ogni singola fascia d’età comune per Comune. (i dati grezzi possono essere consultati qui).
Per avere un quadro omogeneo, abbiamo utilizzato i dati del la popolazione scolastica di cittadinanza “italiana” o “non italiana” per i comuni della Provincia e per la Lombardia, così da cogliere anche trend per il futuro e comparazioni.
In primo luogo, il “caso Pioltello” è reale, ma è più un’eccezione che la regola. È vero che il comune dell’hinterland milanese ha un 36% di stranieri tra gli under 18, con un 40% in età da scuola elementare e il 29% da scuola media, ma rappresenta un caso limite. Tra i comuni limitrofi siamo vicini al 7-8%, anche se in alcuni altri della cintura milanese ci si avvicina al 25-30%. Nel complesso della provincia di Milano, la media è attorno al 22% per le elementari e al 18% per le medie, mentre per Milano città siamo al 26-27%% e in Regione al 18 e al 46%. Naturalmente, questo non impedisce oscillazioni attorno ai valori medi, con differenze tra un istituto e l’altro, che riflettono anche differenze sociali tra rione e rione.
Nella provincia di Varese, i numeri sono ancora più bassi. Nel 2023, i bambini stranieri in età prescolare (nido e materna) erano il 13,9%, quelli in età da scuola elementare il 12,7% e quelli da medie inferiori il 10,5%.
I valori sono più alti per i centri maggiori: 21 e 20% (elementari e medie) per Varese, 17-20% per Busto Arsizio, 19% per Saronno. Salgono invece a Gallarate, dove sono del 23,2% per le medie e del 26,6 per le elementari e la fascia prescolare.
La prima osservazione è che se si guarda il fenomeno nel tempo, l’incremento della popolazione straniera è stato consistente nel decennio scorso, ma decisamente più contenuto negli ultimi 10 anni. Nel complesso, se è continuato il ridimensionamento della popolazione scolastica “italiana”, quella straniera più che aumentare si è stabilizzata e in qualche caso anche diminuita.
Seconda osservazione: a maggiore presenza di stranieri nelle scuole corrisponde anche una popolazione più giovane (con conseguenti ripercussioni anche sul sistema sanitario, pensionistico e del mercato del lavoro. Se l’età media della già citata Pioltello è di 43,3 anni, quella di Varese è di 47,9 anni. A Busto Arsizio, città in crescita al contrario del capoluogo, è di 46,8 anni e a Gallarate è di 45,7 anni.
Alcune zone sembrano aver raggiunto nel frattempo un “picco” di immigrazione, con anche significative retromarce. Lo si registra in provincia di Como ( dati sono sempre quelli Istat), dove tra il 2013 e il 2023 la popolazione fino a 18 anni di cittadinanza straniera è diminuita da 2500 a poco più di 2100 abitanti. Anche in provincia di Varese gli under 18 stranieri sarebbero scesi da quasi 18 mila a meno di 17 mila. Come mai? Le spiegazioni sono due: la prima è che anche tra gli immigrati, una volta stabilizzati in Europa, i tassi di natalità sono in discesa. La seconda è che, dal confronto delle classi di età, sono spariti dai radar interi “plotoni” di ragazzi che 10 anni fa erano in fascia prescolare e che quindi oggi dovremmo trovare tra le medie e le superiori. Segno che probabilmente molti immigrati, con le loro famiglie, sono di passaggio, alla ricerca di destinazioni oltreconfine più accoglienti.
Completiamo il quadro con le aree di provenienza, questa volta per tutti i cittadini stranieri, senza distinzione di età. Nell’ipercitata Pioltello, il paese d’origine più rappresentato è Egitto, con il 15,2%, seguito da Romania col 1,2%, Pakistan con l’11,1% e Perù con il 9%.
In Regione, dove il 36,6% arriva dall’Europa, la Romania (14,6%) è il primo paese, seguita da Egitto (8,4%), Marocco (7,6%) e Albania (7,2%).
In provincia di Varese, dove il 45% viene dall’Europa, guida il gruppo l’Albania (12,6%) seguita da Romania (11,5%, Marocco (10,0%) Ucraina (7,1%)
A Varese città, il gruppo più rappresentativo viene dall’Albania (16,4%) seguito da Ucraina (8,7%: non solo “effetto guerra” ma anche “effetto badanti”), seguito da El Salvador (6,3) e Romania (5,6%). A Busto Arsizio ancora Albania in testa (11,4%) seguita da Romania (10,6%) Marocco (8,1) e Perù (8%). A Gallarate, l’Albania (12,9%) è invece seguita da Pakistan (12,5%) e Cina (9,7%), mentre a Saronno è in testa la Romania (16,6%) seguita da Ucraina (12,4%) ed Egitto (9,2%). Numeri che indicano anche lingua, religione, usanze e quindi impattano sull’integrazione
You must be logged in to post a comment Login