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Opinioni

ALTOLÀ

ROBI RONZA - 11/04/2024

dignitatis-infinitaDignitatis infinita, il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede, è soprattutto importante non tanto per ciò che afferma, tutte cose già ribadite da decenni, ma per il fatto che tali cose sono raccolte e riesposte tutte insieme.

È evidente che nell’ambiente cattolico, e peraltro anche in altri ambienti cristiani, oggi ci sono di fatto due schieramenti: uno che pone l’accento su questioni come l’aborto, l’omosessualità, la maternità surrogata, l’eutanasia, e l’altro che pone l’accento su questioni come la guerra, la politica nei confronti dei migranti irregolari, il lavoro degradante, la pena di morte, lo sfruttamento delle donne e altre questioni di ordine sociale.

É un’articolazione che non ha senso, dal momento che i due ambiti hanno la medesima urgenza da un punto di vista cristiano. E in effetti è la conseguenza di posizioni subalterne alla cultura «laica» occidentale rispettivamente cosiddetta di destra e cosiddetta di sinistra.  Richiamando al dovere di tenere contemporaneamente conto di entrambe queste urgenze, papa Francesco, tramite il Dicastero per la Dottrina della Fede, pone fra l’altro le premesse per un’emancipazione dei cristiani da tali subalternità e quindi per lo sviluppo di posizioni cristiane finalmente originali e organiche a proposito della violazione della dignità umana nel suo insieme.

In Italia, e anche altrove, la grande stampa e i grandi telegiornali «laici» hanno già iniziato il solito gioco mettendo nella massima evidenza che nella Dignitatis Infinita si condanna il gender oppure rispettivamente lo sfruttamento delle persone, oppure facendo credere falsamente che nel documento si nega il diritto di esistere dei bambini nati da maternità surrogata.

I laici cristiani sono quindi chiamati a contrastare questi deliberati fraintendimenti ed a comprendere e poi a comunicare il vero contenuto e le potenzialità del documento nel quale, come sottolinea Andrea Tornielli presentandolo su Vatican News, “ (…) tra le violazioni della dignità umana, accanto all’aborto, all’eutanasia e alla maternità surrogata compaiono la guerra, il dramma della povertà e dei migranti, la tratta delle persone. Il nuovo testo contribuisce così a superare la dicotomia esistente tra quanti si concentrano in modo esclusivo nella difesa della vita nascente o morente dimenticando tanti altri attentati contro la dignità umana e, viceversa, coloro che si concentrano soltanto sulla difesa dei poveri e dei migranti dimenticando che la vita va difesa dal concepimento fino alla sua naturale conclusione. (…).

Il documento, continua Tornielli, “presenta quindi l’elenco di “alcune gravi violazioni della dignità umana”, cioè «tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario»; ma anche «tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche». Ed infine «tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere (…)

L’elenco si completa con la “violenza digitale”, e cita le «nuove forme di violenza si diffondono attraverso i social media, ad esempio il cyberbullismo» e la «diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo» sul web. La dichiarazione finisce esortando «a porre il rispetto della dignità della persona umana al di là di ogni circostanza al centro dell’impegno per il bene comune e di ogni ordinamento giuridico»”.

Ce n’è insomma quanto basta per convincersi ancora una volta che —  senza fidarsi di grandi giornali e telegiornali —  conviene andarsi a leggere Dignitatis Infinita di persona e poi tirarne le conseguenze.

 www.robironza.wordpress.com

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