Largo Flaiano, ora “maxi-rotatoria”, è una fine o un nuovo inizio? Ovvero, fine di un incubo soprattutto per chi entrava in città da sud, o inizio di un “domino” di cui si stanno ormai mettendo sul tavolo le tessere successive? Le polemiche sull’opera, per lo più politiche, si sono rapidamente spente. Un po’ perché da parte dell’amministrazione il messaggio è stato subito “regia comunale si, ma anche gioco di quadra in termini finanziari tra Stato, Regione e Comune”, e poi, soprattutto, perché i flussi provenienti dall’autostrada che, prima al mondo, cent’anni fa arrivava direttamente in città, così come quelli dalle direttrici Borri/Gasparotto si sono drasticamente semplificati.
Restano ancora due maggiori nodi: l’immissione da Via Sant’Imerio e, non dipendente però dalla rotatoria, la coda che si genera all’incrocio tra Viale Borri e la via Guicciardini, che porta al monoblocco ospedaliero. Sulla prima, come già da programma iniziale, si dovrà valutare se ripristinare, ed eventualmente in che misura, un semaforo. Sul secondo, il tema è soprattutto quello delle temporizzazioni. Oggi “verde” e “rosso” quasi si equivalgono (50/45), benché i flussi in discesa da Viale Borri e quelli da e per la via Guicciardini siano enormemente diversi, e le conseguenze si vedono.
Di questo maxi-domino si è cominciato a discutere in una affollata pubblica riunione alla Scuola Parini a Giubiano, presenti il sindaco Galimberti e gli assessori Civati (Rigenerazione Urbana) e Catalano (Polizia Locale), un incontro nel quale si è parlato
anche di sistemazione del “Triangolo delle Maldive” Tamagno – Lazio – Gradisca e della non facile realizzazione di un percorso ciclo-pedonale protetto attorno alla rotatoria. Ora il confronto si è trasferito in Consiglio Comunale. Anche perché la prossima tessera – e potrebbe essere una nuova mini-rivoluzione – è rappresentata dal master plan della zona Caserma. Il progetto, con il completamento della complessa ristrutturazione a polo culturale, contemplerebbe infatti la chiusura della via Spinelli (lato P.zza Repubblica) e l’allargamento con doppio senso di circolazione di via Pavesi.
Di conseguenza, chi proviene da piazza della Motta dovrebbe imboccare necessariamente la via San Michele se vuole inserirsi in via Magenta. Per chi volesse piegare verso il centro città o la zona stazioni, si tratterebbe di una doppia intersezione (Magenta e Medaglie d’Oro) da far tremare i polsi. Secondo l’assessore Andrea Civati, interpellato da RMFonline.it, “già oggi lo stesso impianto semaforico gestisce i tre flussi e quindi si tratterebbe di un semplice riallocamento e programmazione”. Ancora da verificare resterebbe nel frattempo la sistemazione della (doppia) uscita sotterranea dalle Corti, oggi confluente sul semaforo di via Spinelli, caratterizzato peraltro da lunghi cicli. Insomma, inimmaginabile.
A esprimere una forte preoccupazione a Palazzo Estense è stato intanto nell’ultima seduta il consigliere di centro-destra Luca Boldetti. Il capogruppo del Polo delle Libertà ha presentato una mozione con cui chiede di sospendere il progetto di chiusura della via Spinelli stessa e, nel caso dell’inserimento della doppia corsia in via Pavesi a questo punto di prevedere “la sola possibilità di svolta a destra in via Magenta previo stop”. In ogni caso, materia da discussione aperta in sede opportuna.
“Oggi la Via Spinelli ha tre corsie e mezzo in uscita, comprendendo anche quella dal parcheggio sotterraneo, dice Boldetti a RMFonline.it. “Non vedo proprio come si possa comprimerle in una sola corsia, con tripla intersezione: in via San Michele, in Via Magenta e in Via Medaglie d’Oro, per non parlare della gestione dell’uscita del parcheggio. Inoltre, la via San Michele risente a sua volta delle code della via Sant’Imerio e per tutta la zona si rischiano pesanti ripercussioni. Capisco la necessità di un più adeguato attraversamento pedonale, ma occorre una maggiore riflessione, così come occorrono dei correttivi sulla rotatoria Flaiano, che porta grandi benefici ma ha ripercussioni sul traffico su altre direttrici”.
Insomma, come prevedibile, poiché il traffico urbano è un sistema di vasi comunicanti, dove spesso il punto più critico condiziona i flussi anche di diversi incroci prima, resta ancora un “cantiere aperto” e non è solo quello fisico. Sarà il caso per esempio, di riaprire il doppio senso in via Limido o in Via San Pedrino? I nuovi accessi da via Gozzi (connessi ai lavori per la nuova RSA) tra Viale Borri e l’Ospedale creeranno nuove prospettive? Anche per questo, l’invito di Boldetti, nel suo consueto tono “soft” ma determinato è chiaro: “ci vorrà un focus specifico o si rischia di vanificare anche la grande opera che si è realizzata. Se non si riuscirà a discuterne adeguatamente in una seduta dedicata del Consiglio Comunale, almeno ci si confronti all’interno della Commissione Urbanistica”.
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