Solo qualche settimana fa qualcuno si era spinto a ipotizzare (meglio sarebbe dire favoleggiare) la Openjobmetis ai playoff, cioè tra le prime otto del campionato. Ma chi ha prodotto una previsione così azzardata si è reso colpevole quanto meno di un grave peccato: omissione di analisi del calendario.
Ora la realtà è un bel po’ diversa: la squadra varesina (18 punti, appaiata a Treviso) deve guardarsi alle spalle e, scivolata al terz’ultimo posto della classifica, è alle prese con il minaccioso tentativo di rimonta delle ultime due della classe (Pesaro e Brindisi hanno entrambe 14 punti e al momento sono virtualmente in serie A2), rispetto alle quali però può contare sul confronto diretto o sulla differenza canestri favorevole.
Insomma, il vantaggio c’è ed è concreto, però l’aritmetica non può dare ancora alcun conforto e il calendario, come si diceva, dopo avere previsto nelle scorse giornate sfide al limite dell’impossibile, non appare certo “caritatevole” nei confronti della truppa biancorossa.
Vediamo un po': da qui alla fine del campionato mancano sei partite e Varese ne dovrà giocare tre in casa e altrettante in trasferta, al pari di Pesaro e Brindisi sulle quali dovrà fare la corsa.
Da far tremare i polsi la prima sfida casalinga dei biancorossi, sabato 30 marzo, quando a Masnago arriverà la capolista Germani Brescia, che certo non a caso si trova in testa alla classifica con 34 punti (17 partite vinte e 7 perse). Poi, domenica 7 aprile, ci sarà un altro impegno casalingo, questa volta contro la GeVi Napoli (24 punti), che schiera tre “ex” della scorsa fortunata stagione: il playmaker Giovanni De Nicolao, l’ala Markel Brown e il pivot Tariq Owens.
A seguire, sono in programma due gare consecutive in trasferta: il 14 aprile a Scafati e il 21 aprile a Sassari. La partita casalinga del 28 aprile contro la Treviso di Frank Vitucci segnerà il congedo dal pubblico di Masnago, prima della conclusione, di nuovo lontano da casa, il 5 maggio sul campo di Pistoia.
Alla Openjobmetis, se non ci saranno sorprese colossali da parte di Pesaro e Brindisi, potrebbe anche bastare una sola vittoria per mettersi al sicuro, ma naturalmente due successi non sarebbero certo sgraditi…
Difficile, se non impossibile, l’impresa la vigilia di Pasqua contro Brescia, prima attrice del torneo: la Germani non appare nel momento più propizio della stagione, ma la Openjobmetis ha sempre pagato pesantemente dazio contro le squadre di alta classifica proprio per la differenza strutturale che la caratterizza rispetto a queste corazzate. Decisamente più abbordabile Napoli, che pure vanta un combinato fisico-tecnico assolutamente superiore a Varese ma che in classifica ha dieci punti meno di Brescia, il che qualcosa vorrà pur dire… E poi il meraviglioso pubblico di Masnago potrebbe rappresentare nell’occasione il quid in più per conquistare due punti vitali…
Problematico il compito di vincere in trasferta, prima a Scafati e poi a Sassari, per cui l’altra vittoria i varesini dovranno inseguirla nell’ultima partita casalinga, quella del 28 aprile contro Treviso; anche la Nutribullet ha un calendario durissimo e rischia di presentarsi a Varese alla penultima giornata affamata di punti ma, anche in questo caso, si spera che il clima rovente della Itelyum Arena possa rivelarsi decisivo.
Inutile, adesso, avviare processi e cercare di individuare responsabilità rispetto a una stagione decisamente al di sotto delle attese. Certamente la società ha le sue colpe (dopo quelle che nella scorsa stagione, con il caso Tepic, privarono la squadra dei playoff conquistati sul campo): basti pensare alle scelte sbagliatissime di Vinnie Shahid, di Willie Cauley-Stein e di James Young (quest’ultimo appena tagliato da Treviso che all’epoca era ultima in classifica…), oltre a quella di un tecnico alla sua prima esperienza da capo allenatore e che non si è rivelato un fulmine di guerra.
E c’è chi critica anche l’ingaggio, sicuramente a costi certo non irrisori, di due dirigenti statunitensi, che hanno drenato risorse in un budget decisamente povero, dei quali probabilmente si sarebbe potuto fare allegramente a meno.
Ma tant’è, a Luis Scola bisogna dire solo grazie perché, esaurito l’apporto delle grandi famiglie varesine di sport (Borghi, Bulgheroni e Castiglioni), il territorio non ha saputo esprimere altri appassionati in grado di reggere un timone così impegnativo e lo stesso Consorzio, “inventato” da Cecco Vescovi, non ha dato negli anni i frutti sperati, pur consentendo un più che dignitoso galleggiamento in un mare complicato da navigare.
Speriamo di ritrovarci tra poco più di un mese a festeggiare lo scampato pericolo e a immaginare una nuova stagione in cui sognare, proprio come un anno fa…
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