Costruire un gigante per trasportare dei giganti. Non è solo un gioco di parole, è anche la scommessa che ha appena lanciato Radia, una compagnia fondata nel 2016 e impegnata nello sviluppo dell’energia pulita: i giornali statunitensi la definiscono “unicorno” per caratteristiche operative che la rendono unica nel segno dell’alta qualità. Parliamo allora di giganti. Anzi di un mammuth volante. L’idea si lega alla costruzione di un aereo enorme per trasportare pale eoliche dal formato “XXL”, dunque molto più voluminose di quelle che siamo abituati a vedere. Lo scorso 13 marzo sono stati presentati progetti e rendering di questo maxi velivolo, denominato Windrunner. Sarà una “bestia” da 108 metri di lunghezza, con quattro motori e un meccanismo di carico frontale, alzando il muso.
La sua genesi nasce da un paio di considerazioni. La prima: l’energia eolica potrà essere più efficiente ed economica se le turbine a vento cresceranno nelle dimensioni, passando dai 90 metri attuali addirittura a 160 metri, dunque poco meno del doppio. Ma se aumenta la dimensione della turbina, deve necessariamente essere rivista anche quella delle pale: si passerebbe così da uno standard di 70 metri a circa 105 metri. Qui scatta la seconda riflessione: è impensabile che una pala di queste dimensioni possa essere realizzata unendo due o tre pezzi; la pressione che graverebbe sulle giunture sarebbe insostenibile, quindi è inevitabile procedere con il pezzo unico.
Però una volta realizzata le pale, come fare per trasportarle alla windfarm che gestisce le turbine? La soluzione stradale è impraticabile: a parte l’ingombro del trasporto eccezionale, diventerebbe irrisolvibile la questione delle curve. Quindi l’unica alternativa è caricare le pale (una per volta) su un velivolo, direttamente nella sede del costruttore e trasferirle in volo a destinazione. Nelle windfarm sarebbe realizzata una pista temporanea per consentire l’atterraggio del nuovo gigante dei cieli: il Windrunner è infatti stato pensato con caratteristiche tali da consentirgli di operare su una strip, anche semi-preparata, di appena 1800 metri. Gli altri dati salienti del velivolo sono: autonomia, 2000 km; altezza, 24 metri (leggermente più basso di un Airbus A380); apertura alare, 80 metri. A confronto, il Boeing 747-8F (la versione cargo del 747-800) è lungo 76,25 metri e alto 19,4 metri, mentre l’apertura alare è di 68,45 metri. Il carico pagante dell’aereo nascituro è più che decuplicato: 8200 metri cubi contro 692,7.
I dati del Windrunner fanno insomma sembrare un nano l’Antonov An-225 Mriya, il colossale aereo da trasporto strategico di fabbricazione sovietica, gestito dagli ucraini e rimasto danneggiato in modo gravissimo nei primi giorni della guerra con la Russia. L’An-225, per il quale potrebbe esserci una seconda vita se un giorno si deciderà davvero di procedere all’assemblaggio del secondo esemplare, unendo pezzi e che erano già stati predisposti con quelli recuperabili dal primo esemplare, era lungo “solo” 84 metri e anche se l’apertura alare era di poco superiore (88,74), a fianco del Windrunner apparirebbe nettamente più piccolo.
Si vuole che Radia abbia raccolto finanziamenti da 104 milioni di dollari complessivi per procedere con un progetto che consentirebbe di arrivare a una nuova generazione di turbine eoliche, con un costo dell’energia pulita inferiore del 35% rispetto ai prezzi correnti. Secondo la compagnia l’avvento del mammouth dell’aria potrebbe diventare realtà in un tempo ragionevole: quattro anni al massimo, con una prospettiva di anticipare addirittura al 2027, per costruzione, test e certificazione.
Corriere.it
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