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Zic & Zac

PERICOLO AMERICANO

MARCO ZACCHERA - 15/03/2024

bidentrumpAll’unanimità la Corte Suprema USA (e quindi anche con il voto dei giudici di area democratica) ha confermato Trump come candidato presidente (che in proprio, nel frattempo, ha vinto le primarie repubblicane) mentre pur nel suo sempre più evidente decadimento senile, Biden ha avuto uno scatto positivo pronunciando davanti al Congresso il suo quarto “Discorso sullo stato dell’Unione” apparendo quest’anno molto più incisivo del solito, anche se centrato soprattutto contro il suo avversario, pur se questo non è nel galateo del presidente nell’anno elettorale.

Certamente, con i due attori oggi in campo, i prossimi mesi di campagna elettorale si preannunciano comunque un disastro per la credibilità generale della prima nazione del mondo. In fondo solo Biden (e la moglie, che ha molta influenza su di lui) possono però decidere se farsi da parte – cosa che auspicano molti democratici – magari rilanciando un candidato alternativo come il governatore democratico della California Newsom alle “primarie” di agosto. Sarebbe una grande scossa per la campagna elettorale e probabilmente un disastro per Trump.

Ma com’è possibile che Trump abbia un seguito così ampio visti tutti i commenti negativi che pesano su di lui? Forse dovremmo ammettere che in Italia abbiamo una percezione distorta e preconcetta dei fatti.

Certamente l’ex presidente è incomparabile nell’attirarsi critiche e sospetti, ma bisogna ricordare che alla fine le elezioni americane sono sempre una scelta netta tra due persone e Biden appare oggi, almeno a molti, ancora più impresentabile di Trump.

Lo abbiamo già scritto: le elezioni 2024 sarebbero oggi una scelta per il male minore, con buona parte degli statunitensi scontenti di entrambi. L’abilità di Trump è stata piuttosto di sostenere e rendere credibile la sua tesi che la forsennata campagna scatenata contro di lui da giudici “corrotti” e dalla stampa sia esagerata e preconcetta ed effettivamente molti elettori ora questo stanno pensando.

Giusto o sbagliato che sia un tale giudizio, sembra comunque spegnersi la chiamata al voto democratico “per allontanare un flagello” (Trump) e il disinteresse elettorale porterebbe a votare meno americani del passato. E in questo caso lo “zoccolo duro trumpiano” sarebbe allora percentualmente più forte e forse maggioranza.

Sono ipotesi, intanto Trump è stato bravo a portare l’attenzione sui ”suoi” temi (l’immigrazione, per esempio) e giocare così di rimessa anche in campo internazionale dove la NATO è vista negli USA con ben altre prospettive rispetto alla Guerra fredda e il tema Ucraina è passato in secondo piano visto il disastro di Gaza che ha pesantemente messo in crisi i rapporti sia con Israele che i tradizionali alleati, oltretutto allontanando i voti dai democratici della comunità araba.

In Europa si sprecano le critiche a Trump ed è già partita (anzi, non si è mai affievolita) la campagna contro di lui con accuse di lesa democrazia e rischio di isolamento USA sul piano internazionale. Ma anche da noi commenti e battute sono diventate così scontate e quotidiane da far perdere interesse.

Sarà forse per questo, ma sta di fatto che, secondo l’ultimo sondaggio di “Termometro Politico”, la maggioranza degli italiani sosterrebbe Trump.

Sullo sfondo c’è un’Europa che è stata comodamente al caldo per decenni sicura sotto l’“ombrello” americano e che si ritrova ora – chiunque vinca – in una situazione di grande difficoltà sempre più ai margini del mondo. L’UE sfugge alle proprie responsabilità, non ha avuto il coraggio di affrontare Putin con realismo, si ritrova ora in mezzo al guado in campo militare, economico e politico e sta per affrontare una campagna elettorale potenzialmente divisiva: tutti segni di grande debolezza.

Chiunque vincerà a Washington a novembre l’Europa deve quindi comunque ritrovare un suo ruolo, o sarà sempre di più in balia degli eventi.

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