Compleanno rotondo in viale Mazzini: nel 2024 ricorrono i cento anni di radio pubblica e i settanta di televisione.
“Pirotecnici” i festeggiamenti tributati da Mamma Rai alla sua storia in questi primi due mesi dell’augusto genetliaco: un nuovo logo a tema e poi una prima serata condotta da Carlo Conti a inizio di gennaio in cui, tramite la riproposizione dello storico “Rischiatutto” (i cui diritti di sfruttamento del format sono ancora nelle mani degli eredi di Mike Bongiorno, che lo inventò e condusse negli anni ’70), alcune coppie di concorrenti protagonisti della storia aziendale (da Chiambretti a Frassica, ad Alberto Matano…) si sfidavano sulle domande di un tabellone tutto dedicato alle teche.
Si poteva fare di più? Calma e gesso: stanno per arrivare in rapida sequenza altre due serate chiave. Questo sabato e il prossimo, torna infatti il succitato Rischiatutto. Si capisce – non si trova altra spiegazione – che ai piani alti questo titolo ricorda i bei tempi dell’infanzia e della giovinezza.
Il piatto forte rimane comunque la serata evento “La Rai fa 70”, andato in onda mercoledì scorso.
Documenti storici, ospiti, riflessioni e momenti di spettacolo con una orchestra dal vivo, hanno celebrato i sette decenni della televisione italiana con la conduzione di Massimo Giletti. Nella selezione degli ospiti è trionfata la banalità, ma qui c’è poco da dire: di monumenti storici aziendali ne sono rimasti pochissimi (uno nome tra tutti, Pippo Baudo) e il resto è la solita compagnia di giro di questi anni, da Amadeus a Conti, dalla Clerici alla Carlucci. È apparsa più discutibile la scelta del conduttore: quel Massimo Giletti intestatosi ormai da tempo il ruolo di “tribuno televisivo” che fa del suo essere molto divisivo la sua cifra distintiva (quel che in molti sostengano non dovrebbe essere una tv di Stato), campione di battaglie turbo-populiste al timone negli ultimi anni del suo format “L’Arena”, poi migrato a LA7 e ribattezzato “Non è l’arena”, e da qui, dopo svariate stagioni, liquidato dai palinsesti nel 2023 senza preavviso, in anticipo sulla scadenza del contratto e senza grandi spiegazioni, dall’editore Cairo. Un allontanamento giunto dopo anni di razzente guerriglia Auditel con i palinsesti RAI.
Ciò nondimeno, è stato Giletti il prescelto per condurre la serata simbolo di Mamma Rai, il galà dei settant’anni, il catalogo del meglio dei programmi e dei volti di tutti i tempi catodici, l’apogeo aziendale; un conduttore che rientrava praticamente in questa occasione così significativa nella scuderia. Insomma: un palese caso di “vitello grasso” cucinato in onore del “figliol prodigo”. Con molta generosità – a nostro avviso – se ad esempio consideriamo che il succitato Baudo, al rientro da Fininvest, fu tenuto a bagnomaria per un anno nel pomeriggio di Raitre, prima di tornare alle prime serate sull’ammiraglia.
Nell’almanacco delle celebrazioni onerose, nelle scorse settimane c’è stata anche quella di Maurizio Costanzo a un anno dalla morte, avvenuta il 26 febbraio del 2023. Per ricordarlo, si è scelto il palco del teatro Parioli, suo storico habitat, le sue sedie, la sua musica e ovviamente il “suo” format: quello del Maurizio Costanzo Show.
Una seconda serata (baciata da ottimo riscontro Auditel) condotta da Fabio Fazio e Maria De Filippi, con praticamente tutti i moltissimi volti TV che il giornalista romano ha lanciato nel corso della sua carriera.
Anche in questo caso, però, alla vigilia era parsa bizzarra la scelta del conduttore, quel Fabio Fazio da sempre forestiero a Mediaset e comunque oggi massimo alfiere della riscossa delle reti “minori”.
Al riguardo era intervenuta la stessa De Filippi che – premettendo di non sentirsi in vena di condurre la serata da sola – aveva pensato a un campione moderno del genere talk di cui, in Italia, si attribuisce l’invenzione al defunto marito. Ma la scelta di Fazio è apparsa ben più chiara quando, nel corso della serata, lo stesso AD di Mediaset Piersilvio Berlusconi ha rivolto un più che esplicito invito al conduttore ligure a trasferirsi alla corte di Cologno.
Uscita inattesa, ma certo non si può dire che l’idea di rifare un talk quotidiano sulla scia del MCS ma condotto da Fazio sia malvagia… tutt’altro.
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