Quello della Valle Strona (VCO, Verbano-Cusio-Ossola), dove si è ritornati a celebrare la “Messa del lupo”, è un caso significativo di che cosa significhi per gli abitanti delle terre alte e delle campagne italiane il ritorno dei grandi carnivori.
Lunga soltanto 19 chilometri, la valle sale da Omegna, piccola città industriale dell’alto Piemonte sede di aziende famose come Alessi e Lagostina, e dove anche venne inventata e a lungo si produsse la caffettiera Bialetti. Lasciatasi alle spalle Omegna, si è però subito in un ambiente selvaggio e silvestre, costellato tuttavia da numerosi villaggi. Sono quattro comuni, quasi 1700 abitanti, antiche chiese, varie parrocchie raccolte in una prevostura e una sorprendente tradizione manifatturiera, che continua tuttora con aziende artigiane che lavorano il legno e vendono non solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo. Inoltre un’esile ma tenace vocazione turistica che può contare su storici alberghi di recente rinnovati.
Per lungo tempo in passato la valle Strona aveva dovuto fare i conti con la presenza dei lupi, tanto che in epoche in cui la caccia era un privilegio dei nobili ai valstronesi era stato concesso di cacciare il lupo nella loro vallata. Dal 1762, nella chiesa di Forno, centro della valle, il giorno del santo patrono si celebra perciò una “Messa del lupo” in cui con una speciale preghiera approvata del vescovo di Novara si chiede la protezione di Dio Creatore “dalle valanghe, dalle frane, dagli incendi e dai lupi”. Ucciso l’ultimo lupo nel 1927, era stato poi deciso di togliere dalla preghiera il riferimento ai lupi, tanto sembrava impossibile che ritornassero.
Da qualche anno invece il riferimento al carnivoro è stato ripristinato perché i lupi sono tornati. Lo scorso 17 febbraio a Forno, con l’appoggio di altre parrocchie della valle, non solo si è celebrata la “messa del lupo” ma è stato indetto anche un convegno sul problema perché non è soltanto il lupo che è tornato nelle valli alpine “ma insieme a lui anche la paura e il malcontento di tanti pastori e allevatori” che si trovano di nuovo di fronte a una minaccia che si pensava appartenesse ormai al passato.
In Valle Strona dove tra l’altro molte famiglie hanno piccoli greggi come reddito complementare, che d’estate mandano in alpeggio senza poterli stabilmente custodire, e d’inverno tengono in stazzi e ovili presso le abitazioni, i lupi stanno diventando un incubo, tanto più che di notte nei mesi invernali non si può escludere di trovarseli di fronte anche sulla porta di casa. E non solo: chi si può fidare a lasciare che i bambini vadano a giocare fuori paese anche vicino agli abitati?
Lo scorso 13 dicembre il consiglio comunale di Strona, il comune principale della valle, ha votato all’unanimità una delibera in cui si impegna “a sostenere (…) la costituzione di un «Territorio regionale libero da orsi e lupi» in quanto i lupi e gli orsi costituiscono una minaccia per la vita umana”. Nella delibera, che si può avere in pdf, forti di dirette esperienze si spiega molto bene quale danno il lupo arrechi all’economia e alla società della valle, e tanto più ne arrecherà in futuro quando si aggregasse in branchi; e come attaccando i greggi sia solito uccidere o lasciarsi dietro agonizzanti molte più pecore di quelle di cui si ciba subito, con grande dolore per gli animali predati e danni agli allevatori anche ben maggiori di quelli che si registrano al momento.
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