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Politica

L’EVOLUZIONE

GIUSEPPE ADAMOLI - 01/03/2024

europaC’è una domanda su tutte che riguarda il futuro dell’Europa: andremo verso un’evoluzione di tipo federale oppure verso un’involuzione euroscettica e nazionalistica come farebbe temere una vittoria delle destre che si sono rafforzate in questi anni? La posta in palio è altissima.

L’azione dell’UE in questa legislatura è stata tutto sommato positiva. Basti pensare alle misure per la pandemia e per la crisi energetica, ai fondi per il PNRR di cui l’Italia sta beneficiando. Eppure si poteva e si doveva fare di più, come hanno recentemente affermato Romano Prodi e Mario Monti.

Le ombre si addensano soprattutto su due settori: la Difesa comune che non ha fatto passi avanti e le politiche ambientali (Green Deal) che hanno fatto addirittura qualche passo indietro rispetto alle parole di Ursula von der Leyen al suo insediamento.

Per il futuro prossimo le sfide sono tante e difficili sia istituzionali che politiche.
Fra le prime è importante che il Parlamento abbia richiesto lo scorso 22 novembre al Consiglio Europeo di indire una “Convenzione” per la riforma dei Trattati sul funzionamento delle Istituzioni. Da questa spinta riformatrice potrebbe trarre giovamento anche la modificazione del Trattato di Dublino sulle migrazioni affinché diventino davvero un problema a carico di tutta l’Europa.

Il Consiglio Europeo (Capi di Stato e di governo) si riunirà in marzo per questa fondamentale decisione. Il governo italiano che posizione prenderà? È da rimarcare che il partito di Giorgia Meloni nel Parlamento europeo ha votato contro. Raggelante il silenzio di alcuni grandi giornali su questo fatto.

Uno dei punti centrali della Convenzione riguarda il superamento del diritto di veto dei singoli Stati su alcune tematiche essenziali. Come ha scritto Antonio Padoa Schioppa, uno dei massimi esperti in Diritto Europeo sul Sole del 28 novembre, si dovrebbe almeno adottare subito la via delle “cooperazioni rafforzate” come si è fatto per la moneta europea, vale a dire senza l’adesione di tutti i Paesi membri.

Fra le sfide politiche ci sono quelle della transizione verde, della sostenibilità ambientale, della lotta ai cambiamenti climatici, dell’energia pulita. Contro questa linea sta formandosi l’ideologia che lega insieme le destre, da Trump a quelle europee. Un’ideologia che bisogna battere nelle urne.

Un’altra grande sfida politica è quella della Difesa comune per non dipendere più solo dall’America per la nostra sicurezza. Questo sarà importante con Trump alla Casa Bianca ma anche, sperabilmente senza Trump, per la necessità che l’Europa dentro la Nato sia rispettata e influente.

Nessun Paese si salva da solo, dice un mantra popolare fra gli europeisti. Infatti, una più forte unità dell’UE impedirà quello che sarebbe il possibile impoverimento dei nostri Paesi.
Non abbiamo purtroppo liste e simboli europei per l’8 giugno ma solo quelli nazionali. Eppure dovremmo ragionare come se li avessimo e votare pensando all’Europa.

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