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Attualità

BUCHE CON ACQUA

CESARE CHIERICATI - 01/03/2024

Dal film “Il federale” con Ugo Tognazzi

Dal film “Il federale” con Ugo Tognazzi

Sono passati quasi cinque anni, il tempo di una legislatura, da quando nella tarda primavera del 2019 prese vita una sorta di guerra dei tombini tra Palazzo Estense, nella persona del sindaco Davide Galimberti, e i vertici di Alfa srl, ovvero “il soggetto pubblico che per l’intera provincia di Varese si occupa del sistema idrico integrato: captazione, fognature, depurazione”.

All’origine dell’animato confronto il fatto che la città giardino aveva un arretrato di ben 12 mila tombini da sistemare. Alfa dichiarò che avrebbe potuto farlo soltanto entro il 2026 anche se in effetti tra i suoi obbiettivi istitutivi non figurano i chiusini, per la pulizia dei quali deve essere intervenuto un accordo particolare tra via Sacco e l’azienda. Non sappiamo se ciò si sia concretizzato o sia in corso di concretizzazione, fatto sta che gli occhi dei comuni cittadini faticano non poco a registrare significativi miglioramenti in materia. Fermo restando che Varese sconta ormai quasi mezzo secolo di endemiche trascuratezze con caditoie sempre più intasate di rifiuti e fogliame se non addirittura completamente interrate. Dunque inservibili per uno smaltimento corretto delle acque piovane. Ne consegue la formazione inevitabile di pozzanghere, laghi e laghetti. Complice il cambiamento climatico ce ne dimentichiamo, per farne poi amara esperienza diretta non appena torna qualche robusta pioggia a rammentare i trascorsi atmosferici del varesotto.

Allora sono dolori perché si rischiano indesiderate immersioni delle estremità, la diffusione a macchia di leopardo di buche e pericolosi acqua planning di automobilisti che scambiano il ring per uno scampolo dell’ autodromo di Monza.

Nell’amplissima geografia possibile delle “buche con acqua” varesine ne citiamo due molto evidenti perché insistono su due strade nevralgiche proprio del ring: via Staurenghi e via Coppelli.

La prima interessa il marciapiede accanto all’ex ufficio d’igiene e impedisce, nei momenti di piena, il passaggio dei pedoni costretti a camminare lungo la strada, quindi esposti al rischio di essere pericolosamente arrotati oltre che innaffiati. Tutte le segnalazioni fatte negli anni scorsi sono rimaste lettera morta.

La seconda interessa un avvallamento dell’asfalto in via Coppelli subito dopo il rallentatore costruito quasi di fronte all’ex minigolf, in perenne attesa di un nuovo gestore. A un certo punto l’ingolfamento parve risolto, invece no. Oggi torna infatti a colmarsi rapidamente con il solito rischio doccia per i pedoni, lo slittamento delle auto e l’indifferenza garantita di chi di dovere.

Già che siamo sul nevralgico ring anni ’80 – fino all’apertura di Largo Flaiano l’unico provvedimento che abbia giovato al traffico cittadino – vale la pena segnalare anche un rischio non acquatico che le tantissime persone in transito dai Giardini, attraverso il piccolo cancello di via Verdi, devono affrontare. Se qualcuno infatti dovesse incautamente mettere un piede, o peggio tutte due, giù dallo stretto marciapiede presente rischierebbe, nella migliore delle ipotesi di finire all’Ospedale e nella peggiore direttamente al cimitero, visto che al verde del semaforo Sacco – Staurenghi – San Vito Silvestro tutti schizzano via come proiettili. Basterebbe sistemare davanti al cancelletto almeno un archetto salvagente per evitare che qualcuno – gli studenti in particolare – si esponga per fretta, disattenzione o altro a rischi molto seri. Basterebbe…

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