Per il momento sono solo “indirizzi”, ma sono quelli che contano, perché poi la materia passerà ai tavoli degli assessorati e dei tecnici – uffici comunali e consulenti della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e Università dell’Insubria -per tradurre i principi in programmi, identificazioni di aree, piani a vari livelli e arrivare infine al corposo documento finale. Il PGT, o Piano di Gestione del Territorio, è uno strumento previsto dal 2005 dalla normativa della Regione secondo linee guida generali. Quello vigente a Varese è del 2014, parte finale dell’amministrazione di centro destra, quello nuovo –formalmente è una “variante” del precedente – caratterizzerà la parte finale dell’amministrazione di centro sinistra. Quello presentato martedì è un corposo elenco di indicazioni, con molti principi di carattere generale (si “sente” il taglio accademico con tanti temi e principi), insieme ad una serie di scelte operative spesso solo accennate. Tuttavia, come detto, siamo agli schizzi iniziali su un foglio da riempire.
L’aspetto più “strategico” è la dimensione di “rete” in cui si inserisce la città, con ripercussioni anche sui servizi e i trasporti. Da una parte una città che vuole porsi come “perno” per un più vasto territorio circostante, dall’altra un posizionamento privilegiato tra Milano a sud e il Ticino e anche la Svizzera interna a Nord, oltre a collegamenti orizzontali da privilegiare con i laghi e le province limitrofe. Vedremo che cosa questo vorrà dire in materia di potenziamento dei trasporti. Il tema dell’”attrattività” di Varese è comunque ormai il leitmotiv in più sedi, a partire dalla Camera di Commercio, e non trascura anche l’interesse che possono avere per la città-giardino famiglie e giovani alle prese con gli alti costi milanesi.
Le nuove prospettive sono individuate attraverso più piani tra d loro comunicanti, narrati come le “5 città”, naturalmente virtuali. C’è la Varese verde, attenta alla preservazione del suolo e delle acque, che reagisce ai cambiamenti climatici (anche con più verde urbano). Poi c’è la città del welfare, inclusiva e apprezzata per residenti, imprese e lavoratori, che pensa anche alle persone anziane, alla popolazione universitaria (anche con trasporti e residenze). C’è la città del turismo e del sistema culturale diffuso, passando anche per la “rete culturale dei centri civici e dei quartieri” e l’agriturismo, nonché la valorizzazione delle ville storiche e giardini Altro tema sempre più “caldo” è la città degli sport e del tempo libero, non solo in chiave di eventi, turismo ed economia, ma anche come fattore di benessere e rigenerazione urbana
Gli obiettivi i sono tanti (forse troppi), si va dagli impianti sportivi di quartiere alla riqualificazione di stadio e palasport, si fa anche un fuggevole cenno a un “centro civico”. C’è il forte sostegno della “mobilità lenta”, con il dichiarato obiettivo di ridurre l’utilizzo dell’auto (e qui è prevedibile lo scontro in sede politica), agganciandosi al recente Piano Urbano della Mobilità Sostenibile con la previsione di “zone 30 Km/h” in più della metà delle aree residenziali e spazi pedonali in ogni quartiere. Frequente il ricorso al concetto di rigenerazione urbana, sostenendo anche l’offerta abitativa sociale. forme nuove come il co-housing per giovani famiglie, studenti e soluzioni per gli anziani nonché il co-working per spazi di lavoro condivisi. Maxi interventi riguardano i “master plan” della Valle Olona, con valenze ambientali-paesaggistiche (ma anche spazio per attività produttive sostenibili), oltre a quelli per la zona Repubblica-20 Settembre e il comparto Stazioni “nuova porta della città”. Anche il commercio trova il suo spazio, benché non emergano indirizzi precisi, se non la “valorizzazione commerciale dei centri civici,” oltre alla necessità di rivedere gli equilibri tra grande/media distribuzione e la nuova logistica generata dal commercio online.
Che cosa manca? Anche se è un documento preliminare, non troviamo uno scenario demografico, della tipologia di imprese, di lavoro e dei flussi in entrata-uscita,. Dei servizi per una popolazione che invecchia. Poco spazio sembra dedicato alle nuove forme del trasporto, se non la citazione di due righe per car- ed e-bike sarin, e ad infrastrutture diffuse di sosta per le bici. Poco presente il tema energetico, limitato a un richiamo ia “politiche energetiche mirate alla decarbonizzazione, anche attraverso strumenti quali le Comunità Energetiche Rinnovabili e sistemi di autoconsumo diffuso”. Poteva essere un’occasione per parlare di stazioni di ricarica elettriche, di semplificazione per l’installazione di pannelli solari. Si punta sulla rigenerazione e sul recupero degli edifici, ma occorrerebbero misure per accelerare l’adeguamento energetico, mentre per il recupero del suolo, ricordiamo che Milano incentiva le ristrutturazioni che a parità di volume riducono gli spazi orizzontali edificati. Siamo solo agli “indirizzi” e ci saranno i piani delle Regole e dei Servizi. Vedremo gli sviluppi.
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