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Opinioni

TENENDOCI PER MANO

GIOIA GENTILE - 23/02/2024

manoTenerezza e speranza sono le emozioni che ha suscitato in me una notizia bellissima e tragica: due coniugi hanno deciso di morire insieme con l’eutanasia di coppia. È successo in Olanda. Sono – erano – l’ex primo ministro olandese Dries van Agt e la moglie Eugenie. Da 66 anni insieme, ambedue novantatreenni e malati, hanno voluto andarsene tenendosi per mano.

Una decisione che ha in sé qualcosa di epico, da tragedia classica. Non la morte cercata per malinconia, depressione, sconforto, ma per consapevolezza della realtà e profondo amore. Amore e morte, l’essenza della vita, in un unico gesto.

Ho provato a immaginarli. Giovani innamorati ridenti, guardano la vita futura come un’infinita serie di giorni felici. Affrontano la realtà con lo slancio dei vent’anni, si confrontano, discutono, litigano, si riappacificano; si scoprono infine complici: non hanno neppure più bisogno di parlare, si capiscono con gli sguardi e nei silenzi, nello stare uno accanto all’altra impegnati ciascuno nelle proprie cose.

La malattia di uno diventa angoscia per l’altro, ma non tanto da non poter dare forza al compagno, sorridendo, scherzando, stringendogli la mano. La guarigione è sollievo, venato tuttavia da una consapevolezza che non si riesce ad esprimere, a cui non si vuol dare la realtà della parola. Gli anni passano con inaspettata rapidità: si guardano e si vedono vecchi, malati tutti e due, il futuro si è esaurito; chi erano quei giovani innamorati ridenti? Dentro quel ricordo trovano la forza di dirlo: “e se…”. Non importa chi l’abbia detto per primo, l’altro forse ha solo risposto “tenendoci per mano”.

Come per tutta la vita, così anche nell’ultimo cammino.

Chiunque abbia condiviso la vita con la persona amata deve aver desiderato che la fine potesse essere comune, che a nessuno dei due fosse inflitto il dolore della separazione definitiva. Se poi ai sentimenti si aggiunge la debolezza dell’età e della malattia, credo che allora si veda chiaramente l’impossibilità di vivere senza l’altra parte di sé. La sopravvivenza non è più un’opzione accettabile.

La legge olandese prevede rigide condizioni e, da quando è entrata in vigore, nel 2002, è diminuito il numero delle morti per eutanasia di coppia. Ciononostante, sono convinta che in Italia non arriveremo mai ad approvare una legge sull’eutanasia, neppure su quella individuale. Da noi l’ultimo tratto di strada deve essere per forza in salita. Eppure meriterebbe la discesa verso pietà e perdono.

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