Mauro Reggio esegue opere collocate nelle sedi diplomatiche e governative, opere accomunate dal rigore formale e dall’eleganza compositiva del soggetto e esaltate da una cromia intensa e squillante.
È presente alla Macro di Roma e nella Collezione Farnesina Experimenta del Ministero degli Affari Esteri; nella Sala Nassirya a Palazzo Madama, con tre dipinti di cui uno commissionato appositamente per la parete centrale; compare in collezioni private a New York, Los Angeles, Chicago, Londra, Hong Kong, Taipei, Kuala Lumpur e ovviamente a Roma. Nel 2021 ha vinto il Premio Eccellenti Pittori con un quadro che rappresenta il Colosseo. I suoi soggetti sono i simboli più significativi della città italiane, e a Varese arriva con due oli che raffigurano i Portici di Varese e il Campanile di San Vittore. Il paesaggio è il focus del suo dipingere, ma un paesaggio urbano svestito da qualsiasi presenza umana, astratto da ogni riferimento temporale.
Reggio richiama le composizioni aeropittoriche realizzate da Bonetti che furono collocate nelle sedi diplomatiche e di rappresentanza italiane, proponendo edifici paesaggi e monumenti chiave delle città più importanti d’Italia.
Reggio è accostabile ai futuristi per la costruzione dei monumenti attraverso l’assemblaggio di elementi geometrici essenziali, e a Hopper per la solitudine palpabile in cui immerge le presenze architettoniche e infine al metafisico De Chirico – come potrebbe essere diversamente, visto che Reggio, classe 1971, si è formato alla scuola artistica capitolina e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma? – per la collocazione dei soggetti in una dimensione meta-fisica.
“Un-Reality” è Roma, Bologna, Parma Milano, e Varese, declinata in due sfaccettature, una barocca, il campanile del Bernascone, ed una razionalista, con due opere: “I portici” in via Vittorio Veneto e “La torre civica”.
“Un-Reality” sono chiese, piazze, monumenti, ponti, tangenziali, nel vacuum homini atemporale e in uno spazio vuoto di presenze umane.
La sua cifra pittorica è caratterizzata dall’uso dell’assoluto geometrico immobile, perché spogliato da ogni presenza umana – poiché è “l’uomo che segna il tempo” se manca l’uomo che lo registra, il tempo si immobilizza – che è reso nella nettezza del segno con pochi e decisi colori, omogenei da apparire quasi monocromatici e brillanti, su cui si proiettano luci illuminanti e ombre pesanti in un gioco sapiente che arricchisce i volumi. Ne “I portici di Varese” Reggio lega i colori tenui dei palazzi con un tocco solare che si sprigiona dalla fessura di piazza San Giuseppe e genera un luminoso contrasto luminoso.
Nell’olio “La torre civica” il monumento e il palazzo del Loreti sono immersi in un improbabile cielo arancione.
L’uso delle geometrie e delle sequenze cromatiche, pur legati alla grande tradizione italiana del Novecento, sono segnati dagli studi dell’artista sul rapporto tra pittura e le arti sorelle, la fotografia e le tecnologie digitali che disegnano un trend innovativo nella resa dei dati percettivi e costruttivi.
Marco Reggio UN-REALITY Galleria Punto sull’arte, via S. Antonio, Varese Fino al 16 marzo 2024
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