Una cartellina gialla, colma di centocinquanta fogli esprime l’amarezza di Roberto Molinari, dal 2016 assessore ai Servizi Sociali a Varese. Già perché occorre avere le spalle larghe per reggere quella sorta di ministero dal portafoglio sempre più secco che è l’Assessorato di via Orrigoni, non a caso in carico a uno degli amministratori di più solida esperienza: classe 1964, una ventina d’anni funzionario sindacale Cisl, con alle spalle funzioni direttive nel Pd varesino e ancor prima nella Margherita. “Vede? Ogni foglio corrisponde a una persona che ho ricevuto e alla quale ho dovuto dire che non possiamo accogliere le sue richieste, magari di aiuto a pagare l’affitto. Oggi, in seguito alle scelte governative che non colgono la realtà del Paese, possiamo contare solo sulle risorse correnti di un Comune che, come tutti, ha visto tagliare i fondi. Con il 2024 non arrivano più risorse, ma come dirlo ai tanti in estrema difficoltà, italiani o stranieri che cercano aiuto da noi?”
Molinari è reduce dall’incontro periodico che si tiene a Palazzo Estense con molte delle associazioni che a Varese si occupano di assistenza sui vari fronti. Una quindicina di organismi, dai City Angels alla Croce Rossa e la Caritas, dal Banco Alimentare all’Asst, la Cooperativa Colce. Tra queste, le realtà di emanazione religiosa – come la Casa della Carità della Brunella, guidata da don Marco Casale, o le suore della Riparazione in via Bernardino Luini – che gestiscono mense per chi fatica a tirar sera nonché una serie di altri servizi. Un “tavolo del bisogno”, che vive del volontariato e di donazioni nonché, come nei due ultimi casi citati, anche di un sostegno comunale. A questi interventi di Palazzo Estense si aggiungono il servizio del dormitorio pubblico in via Maspero e il sostegno – attualmente a secco per carenza di fondi – al pagamenti degli affitti. Last but not least, considerato anche il costo superiore al milione e mezzo di euro per il personale impiegato da settembre a giugno, è l’intervento fornito dall’Assessorato alle Attività Educativa per il sostegno personalizzato al disagio educativo della scuola dell’obbligo
“C’è un bisogno in evidente crescita”, dice Molinari, “la mensa della Brunella di mezzogiorno fornisce 100-120 pasti caldi, quella serale delle suore distribuisce circa 380 pacchetti alimentari. In molti casi gli utenti vengono da fuori comune, perché nelle altre realtà della provincia l’intervento è scarso o nullo”. Che il quadro sia sempre più critico lo indica un dato: fino a poco fa, gli utenti erano prevalentemente stranieri, oggi c’è un equilibrio tra italiani e stranieri: “Molti che in un modo o nell’altro si arrangiavano, magari con dei lavoretti, anche in nero, o avevano un impiego pur modesto, sono precipitati in condizione di povertà”.
A preoccupare è l’emergenza affitti. “Fino allo scorso anno, il Comune era in grado di erogare, con la cosiddetta Misura Unica, mezzo milione di euro l’anno, fino 3 mila euro a nucleo familiare, per aiutare chi non ce la faceva, grazie a trasferimenti statali forniti attraverso la Regione, che la legge di Bilancio ora ha azzerato”. Rubinetti chiusi anche dalla Regione, che pur nel 2023 ha premiato con 10 mila euro Varese per essere tra i Comuni che hanno saputo spendere le risorse fino all’ultimo centesimo. “Lo scorso anno, su 450 domande, abbiamo potuto venire in contro a 265. Quest’anno siamo a zero, almeno per ora”.
Frontiera di emarginazione è il dormitorio di Via Maspero, dove il Comune offre 25 posti letto nonché altri 10 per l’emergenza freddo, gestita anche con la collaborazione dei City Angels sulle strade, precisa Molinari. “Puntiamo non solo all’ospitalità ma anche alla reintegrazione e all’autonomia – ammette l’assessore – ma non possiamo nasconderci che alcune posizioni sono senza ritorno”.
Se da una parte si azzerano i contributi, dall’altra sparisce per molti il reddito di cittadinanza, aggiunge Molinari. “In provincia fino a un anno fa si contavano 21-22 mila redditi ci cittadinanza per 10 mila nuclei famigliari, oltre a circa 1500 pensioni di cittadinanza. Ora i criteri più restrittivi hanno ridotto di circa il 30 per cento nuclei e destinatari del RdC: si rischia una bomba sociale. Numeri per la città di Varese? Chiesti, ma, l’Inps non ce li comunica”.
Spiragli? Essenzialmente due. “Il primo è l’apertura, nell’ambito del Piano Stazioni, del nuovo Centro Diurno di Piazzale Kennedy, con servizi per anziani con diversi gradi di autosufficienza, mentre non lontano è previsto un centro diurno per senza fissa dimora del Progetto Arca. Il secondo arriva dall’avvenuta chiusura, con i risparmi di gestione, del buco di 8 milioni lasciato dall’amministrazione precedente, certificato dalla Corte dei Conti. Speriamo in nuovi margini per l’assistenza. Lo vedremo nella seconda metà dell’anno”
You must be logged in to post a comment Login