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Cultura

AL DI LÀ

LIVIO GHIRINGHELLI - 09/02/2024

La tomba di Atreo di Micene

La tomba di Atreo di Micene

La religione degli antichi cretesi, come dei micenei, riguarda forme sorte nell’area del Mar Egeo all’incirca tra il secondo e il primo millennio a C.. Quella cretese, detta anche minoica dal mitico re Minosse, fiorì fra il XXVII secolo e il 1425 a.C. e rappresentò in effetti il centro culturale di tutti i popoli affacciati sul mar Egeo, imponendosi come una vera e propria religione egea. Nel periodo minoico medio tra il 2000 e il 1570 a.C. è caratterizzata dalla costruzione dal più antico palazzo reale di Cnosso. I Cretesi in primo luogo veneravano delle divinità femminili, al cui vertice troviamo una dea madre della terra, signora degli animali e dei serpenti. Nota raffigurazione è anche quella del Minotauro (uomo toro). L’ascia bipenne era il simbolo della religione cretese e lo strumento utilizzato per le uccisioni rituali. Si ha notizia anche di culti estatici, celebrati in santuari naturali o in grotte, tra cui famosa quella di Psycho.

Al periodo tardo minoico risale il secondo palazzo reale di Cnosso, il Labirinto, identificato col labirinto di Minosse, di cui nella mitologia greca, in cui si sono rinvenute piccole cappelle derivate probabilmente da ordinari luoghi di culto rupestri. Altrettanto importante era il culto dei morti (lo attesta il rinvenimento di diversi tipi di tombe a camera, scavate nella roccia o a cupola di forma circolare. Nel 1425 i micenei distrussero il palazzo di Cnosso e l’intera civiltà cretese.

I micenei devono il loro nome a Micene, città situata su una collina del Peloponneso Nord orientale (l’Argolide), centro principale della civiltà achea. Questa raggiunse la massima espansione intorno al 1180 a.C. con la distruzione di Troia (v. i poemi omerici, che, per quanto scritti in un’epoca successiva, trasmisero ai Greci l’immagine di quel periodo eroico). Nel periodo miceneo medio (XV secolo a.C.) le tombe a forma di cupola venivano utilizzate come sedi per il culto degli antenati dei re e degli esponenti del ceto aristocratico. Nel periodo tardo miceneo (1400-1150 a.C.) sorsero i palazzi fortezze di Micene e Tirinto, che gravitavano attorno al megaron o sala degli uomini, di forma rettangolare, circondata da colonne e con al centro la Porta dei Leoni di Micene con due leonesse ritte sulle zampe posteriori e poggiate su quelle anteriori sulla base di una colonna, mentre sorvegliano l’ingresso della cittadella. Heinrich Schliemann (1822-1890), scopritore di Troia, Micene e Tirinto, ha riportato alla luce degli idoli, figure di sesso generalmente femminile, utilizzati come oggetti di culto. Famose soprattutto le statuette a forma di violino a evidenziare le curve del bacino e del petto. La spiccata fede nell’al di là è palesata da grandiose costruzioni sepolcrali, tra cui famosa è la cosiddetta tomba di Atreo di Micene, con un’ampia sala adibita alla duplice funzione di sepoltura e di luogo di sacrifici. Termine improvviso della civiltà micenea il XII secolo, causa l’invasione dorica.

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