Convocazioni di Cassano e Balotelli: prevedibile – se non quasi scontato – il primo, in dubbio sino all’ultimo, il secondo. Finita l’era Lippi non sembrava difficile ipotizzare che l’Antonio – pazzarellone finché si vuole ma tecnicamente di sicuro apprezzamento – fosse prelevato da dietro alla lavagna terminando il suo castigo.
Parliamo chiaro. Non è che Lippi avesse, poi, tutti i torti ad accantonare le sue avversioni all’utilizzo in Nazionale di un giocatore i cui comportamenti in campionato tanto avevano fatto discutere. L’Antonio ci aveva messo del bello e del buono per far crescere nell’ex CT una riprovazione che non riusciva a spegnersi. Fatta – lo si sa – non certo di dubbi sul valore tecnico dell’individuo ma esclusivamente su elementi caratteriali. Prandelli questi “pregiudizi” (per modo di dire) li ha lasciati da parte favorito, peraltro, dal fatto che i “rinsavimenti” più consistenti del ragazzo risalgono – tutto sommato – a non lontani tempi, (tanto per puntualizzare al post-Sampdoria) e, quindi, al dopo Lippi.
Sotto il profilo prettamente tecnico Prandelli non certo soddisfatto dai suoi, peraltro dovuti e necessari, esperimenti su un gruppo di bravi giovani, aveva tutte le ragioni per affidarsi a qualcuno che, fosse, più che indiscutibile sotto il profilo delle qualità individuali.
Un po’ lo stesso discorso vale per Balotelli rimanendo pur sempre in temi psico-caratteriali oltre che tecnici. Anche per lui la decisione del CT non può che essere stata subordinata agli stessi motivi di quella riguardante il recupero di Cassano.
Se c’è un dato sicuro, infatti, che il bravo Cesare può aver tratto dai suoi ripetuti esperimenti per mettere assieme una squadra degna di vestire un azzurro quanto meno accettabile e non stinto è quello della inderogabile necessità di una robusta iniezione di fantasia, capacità di iniziative e di soluzioni individuali con una tecnica personale fin ora assolutamente latitante in “tutti” gli esperimenti messi in atto.
Di qui la fin quasi ovvia convocazione del duo cui tali requisiti non fanno certo difetto, accantonandosi le lacune caratteriali.
Del resto sotto il profilo fisico Balotelli qualche punizione l’aveva pur ricevuta a cominciare da quel calcio in pieno “posteriore” collocatogli, con mira precisissima, da Totti nella partita decisiva di Coppa Italia tra Roma ed Inter quando il capitano dei giallorossi non riusciva a togliere la palla dai piedi del neroazzurro non certo privo di virtuose capacità al riguardo.
Di calcioni “mirati”, per il vero, Balotelli ne avrebbe avuto ben più consistente necessità.
Non fosse che per ricordargli che la sregolatezza ha un limite. Meglio lasciar volare in libertà il genio. Tanto più in Nazionale.
E adesso che le tre sventole prese dalla Russia fanno pensare (e non poco) anche alla difesa e che la Nazionale di Prandelli sembra essere diventata una vera e propria officina di riparazioni che Dio ce la mandi buona.
Il Dio del negro, del bianco e, soprattutto, dell’azzurro.
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