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Urbi et Orbi

TU DI CRISTO

PAOLO CREMONESI - 19/01/2024

Jesus Carrascosa e Jone E. Marculeta

Jesus Carrascosa e Jone E. Marculeta

Ci sono persone che il buon Dio manda sulla terra con il compito di rinfrancare la strada degli uomini. Sono come oasi lungo le deserte carovane della vita o come quei tifosi che ai margini di una faticosa corsa ciclistica lanciano ai corridori la borraccia. Gente che, per misteriosi motivi, riesce sempre a tirar fuori il meglio di chi sta accanto.

Jesus Carrascosa, Carras per gli amici, che ci ha lasciato il 9 Gennaio scorso all’età di 85 anni e ricordato ieri a Madrid con un grande funerale, è certamente uno fra questi.

Fondatore nel 1978 della casa editrice “Encuentro”, poi insegnante per molti anni in una scuola superiore, a lui ed altri amici si deve la nascita di Comunione e Liberazione in Spagna. Di formazione anarchica aveva incontrato don Giussani in Italia a metà degli anni ’70, rimanendo affascinato dalla possibilità di sposare i propri principi alla pratica di un cattolicesimo esperienziale che aveva abbandonato da adolescente. «Con i ragazzi – ha raccontato – ho iniziato preparando il raggio, dicendo le lodi, cucinando. Facevo insomma quello che avevo visto in Italia».

Roma ha conosciuto il suo entusiasmo contagioso e la sua umile saggezza quando in vista del Giubileo del 2000 insieme alla moglie Jone, fisioterapista di fama internazionale, accettò di lasciare l’amata Spagna per venire nella capitale a guidare il neo nato Centro Internazionale di Cl con il delicato compito di ravvivare il dialogo tra movimento e Chiesa.

In una testimonianza durante un ritiro pasquale di studenti descrisse così quello che muoveva la sua esistenza: «Don Giussani diceva che la fede è riconoscere una Presenza; non riguarda cioè uno che è venuto e poi se n’è andato, come pensavo da ragazzo. Diceva anche che pregare è fare memoria di questa Presenza che è la risposta a tutte le nostre domande. Tutto questo l’ho capito grazie a lui e a dei ragazzi come voi che lo hanno seguito. Ho scoperto che il principio unitario è il Tu di Cristo; principio unitario che desta questa capacità di amicizia che è la comunione; “Dove due o tre si radunano nel mio nome, io lì ci sono”».

A Roma Jone e Carras arrivarono nel 1997 e subito la loro casa in un elegante comprensorio sulla via Aurelia a pochi passi dal Vaticano divenne crocevia di incontri e relazioni. La moglie al piano terra riattivava terminali nervosi malandati, il marito al primo piano ricostruiva relazioni interrotte per pigrizia o incomprensioni. Intorno al tavolo di casa loro si sono seduti Vescovi e giornalisti, universitari e magistrati, madri di famiglia e medici. Splendido commensale ma anche ottimo cuoco, le sue fulminanti battute avevano il dono di dissipare le nebbie ideologiche.

Amante della vita e delle cose buone era buffo sentire la sua risata contagiosa riecheggiare negli austeri Palazzi vaticani e la sua aria da furetto irriverente, che sembrava uscita da un cartone animato, fare capolino nell’anticamera di qualche cardinalone. La brezza spagnola che portava sollevava strati di polvere sedimentata.

Sono gli anni di un capitolo nuovo nei rapporti tra il movimento e San Giovanni Paolo II, rapporti intensi ed amichevoli che ricreano quella atmosfera di cordialità e affetto così evidenti nei primi anni del Pontificato di Wojtyla e che sfociarono poi nella Giornata dei Movimenti che don Giussani definirà la più importante della storia di Comunione e Liberazione. Instancabile “globe trotter” della fede ha visitato le comunità di 64 Paesi nel mondo, diventando amico di centinaia di persone. Per molti un Padre secondo la fecondità promessa dal Vangelo del “centuplo quaggiù”.

Due anni fa alla “verde” età di 83 anni accolse con docile disponibilità la richiesta di assumere la responsabilità del movimento in Spagna. Gli ultimi mesi dolorosamente segnati prima da una pesante malattia della moglie, ora in via di guarigione e poi dal suo rapido e mortale declino non sono stati il pretesto per lamentazioni ma anzi hanno rilanciato il suo entusiasmo per la grazia di quello che aveva incontrato. «Una vita spesa per Cristo, senza calcoli» ha commentato il responsabile di CL Davide Prosperi.

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