(O) Mi piacerebbe molto fare un bilancio dell’anno passato e lanciare qualche idea per il prossimo.
(S) Ma nemmeno avessimo il VAR per l’anno passato e l’AI (intelligenza artificiale) per il futuro. E chi ce l’ha dubita dell’attendibilità di entrambi. Alla fine, ogni valutazione dei fatti finisce per dipendere dall’interpretazione che ne dà il soggetto.
(C) La frase che segna questo interrogativo come il principale enigma dell’anno è “DIPENDE DAL CONTESTO”. L’ha pronunciata la rettrice di Harvard Claudine Gay in risposta all’insidiosa domanda se “invocare il genocidio degli ebrei rappresentasse o meno una violazione delle regole di Harvard”. Presa a sé, la risposta varrebbe nel 99,99 per cento dei casi, ma ‘in quel contesto’, come risposta a ‘quella domanda’, assumeva un significato preciso, un giudizio affermativo della liceità di un’ipotesi che non poteva che essere esclusa in ogni caso. Per questo motivo mi rifiuto di sottoporre l’anno passato ad un ipotetico VAR o di lasciar immaginare il futuro ‘migliore’ all’ipotetica sapienza di una AI. C’è sempre la possibilità di un’eccezione etica ad una regola di correttezza formale.
(O) Però, anche senza VAR e AI, non potete negare la grande differenza tra i discorsi di fine anno di Mattarella e di Meloni. Volete sostenere che dipende solo dall’interpretazione di chi li ascolta e trova conferma o contrasto per le proprie tesi?
(C) Premesso che anche loro non hanno fatto uso di aiutanti artificiali, ma hanno messo giustamente in primo piano la propria personalità, dobbiamo noi mettere a fuoco non solo il diverso contesto, ma proprio il diverso genere di comunicazione. Mattarella ha svolto un discorso organico, preparato con tutta calma e orientato a illustrare un ragionevole futuro, un ‘dover essere’ la cui realizzazione è comunque affidata ad altri: il popolo italiano, il governo, l’ONU, gli Stati in guerra, l’universo intero. Meloni rispondeva a braccio ad una batteria di domande, per lo più prevedibili ma talvolta maliziose o decisamente ostili. Con una semplice metafora possiamo dire che Mattarella poteva dipingere il suo quadro in santa pace, dall’altra parte erano i giornalisti che nel contraddittorio con l’interlocutrice cercavano di modellare la creta delle loro tesi addosso alla Presidente.
(S) Quindi naturalmente ciascun organo di comunicazione ne ha riportato la visione parziale, l’angolatura preferita. Ma allora, non potrebbe soccorrere, a questo punto, proprio l’AI, che potrebbe e dovrebbe essere neutrale, non avere interessi e pregiudizi?
(C) Ecco, oggi AI più che uno strumento per programmare il futuro in modo migliore è fatta per conoscere la versione dominante, quella che accreditano come vera, perché maggioritaria, i dati che sono stati immessi nella sua “conoscenza”, nel suo addestramento. Solo tenendo conto di questo, in primo luogo si può onestamente servirsi di AI come di un compilatore, di uno sbozzatore di argomenti, non di un decisore surrogato al decisore umano. In altre parole all’AI manca proprio la capacità di tener conto del contesto, cioè di quel complesso di ragioni e soprattutto di etica che esula dai dati acquisiti. Non per niente persino Papa Francesco è intervenuto sul tema, sottolineando tra l’altro lo stretto legame tra chi realizza e chi usa l’AI, ricordando a entrambi gli attori la necessità di essere guidati da un’etica, cioè da un sapere di livello superiore a quello del dato materiale, che le macchine non possiedono.
(O) Questo richiamo mi fa pensare che se dobbiamo indicare al Var della cultura la rettrice di Harvard come la persona più problematica dell’anno, Francesco meriterebbe il titolo di miglior arbitro, anche per aver affrontato in modo netto anche un altro tema, quello della maternità surrogata, ha infatti detto di ritenere “deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa – ha aggiunto il Papa – è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto” concludendo “auspico un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.
($) I due temi non sono così lontani come apparirebbero a prima vista, si tratta sempre di non accettare passivamente tutto quello che la tecnica o l’economia mettono a disposizione, senza esercitare un giudizio etico che, questo esempio aiuta a comprendere anche il discorso del contesto in senso non relativistico, è il rimando ad un livello di valore superiore.
(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante
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